Femminicidio, corsa contro il tempo per la legge che tutela gli orfani

Femminicidio, corsa contro il tempo per la legge che tutela gli orfani
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Domenica 23 Aprile 2017, 19:15 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 17:01
Una legge per gli orfani del femminicidio, vittime silenziose e ancora dimenticate dallo Stato di un crimine efferato: al Senato si annuncia una corsa contro il tempo (della legislatura ormai quasi conclusa) per arrivare al via libera definitivo al provvedimento che la Camera ha approvato all'unanimità il primo marzo scorso. Il ddl è stato assegnato alla commissione Giustizia, al cui presidente Nico D'Ascola, oltre che ai presidenti di tutti i gruppi, il senatore Luciano Uras (Campo progressista) ha inviato una lettera di sensibilizzazione ai fini di un rapido avvio dell'esame.  

D'Ascola, che ha provveduto informalmente, in attesa della seduta della commissione, a indicare il relatore (Giuseppe Lumia, Pd), appena avrà la relazione inserirà il provvedimento, assicura all'Adnkronos, nel calendario dei lavori: «L'approvazione all'unanimità da parte della Camera -sottolinea- è ovviamente un ottimo punto di partenza e la commissione ne terrà debitamente conto, nel rispetto dell'altro ramo del Parlamento. Naturalmente ci sarà un dibattito, ma è evidente che partiamo da una soglia molto alta di possibile condivisione».  E proprio Giuseppe Lumia, che è anche capogruppo del Partito democratico in seconda commissione sottolinea: «È un disegno di legge su cui lavorare per farlo approvare, perché affronta una questione vera e drammatica, di cui il Parlamento si deve fare carico». Si tratta di un insieme di norme, soprattutto di modifica del codice penale e del codice di procedura penale, in grado di venire incontro alle esigenze emerse sulla base della terribile esperienza di circa 2000 figli, minori o maggiorenni, della persona uccisa.

Il ddl ha fra i suoi punti fondamentali alcune soluzioni per ovviare a problemi che spesso hanno dell'incredibile: l'autore del delitto che cerca di cacciare di casa i figli, che entra in possesso dell'eredità della persona che ha ucciso, o fruisce della pensione di reversibilità. Ma al di là di questi aspetti, c'è anche il dato pratico delle spese a carico dei figli per affrontare le cause civili e penali che fanno seguito al delitto e che spesso superano i 100mila euro.  Ecco perché il primo dei 13 articoli del disegno di legge (che si applica a coniugi, unioni civili, convivenze, relazione affettive stabili, anche trascorse) prevede il gratuito patrocinio per i figli minori o maggiorenni non autosufficenti economicamente.

All'articolo 2 viene estesa la pena dell'ergastolo prevista per l'aggravante dei delitti verso discendenti e ascendenti.  È previsto dall'art.3 il sequestro conservativo dei beni della persona imputata, e ciò a tutela dei figli minori o maggiorenni non autosufficienti a garanzia del del risarcimento dei danni civili subiti dai figli delle vittime, mentre l'art.4 dispone l'assegnazione di una provisionale in loro favore, in misura non inferiore al 50% del presumibile danno (in caso di sequestro conservativo già disposto, il sequestro si converte in pignoramento con la sentenza di condanna di primo grado.

L'art. 4 si occupa del tema eredità, stabilendo che è sospesa dalla successione la persona, coniuge o parte dell'unione civile, indagata per omicidio volontario o tentato nei confronti dell'altro e, se condannato, viene esclusa dall'eredità. Tale norma sull'indegnità a succedere riguarda anche i casi in cui le vittime siano genitori, fratello o sorella. Il diritto alla pensione di reversibilità, inoltre, in base all'art. 7, è sospeso dal momento della richiesta di rinvio a giudizio, e la pensione stessa viene destinata ai figli senza obbligo di restituzione.  

Le disposizioni dell'art.8 attribuiscono a Stato, regioni e autonomie locali facoltà promuovere presidi e servizi pubblici di orientamento sui propri diritti in favore delle vittime dei reati, e ancora: consulenza, sostegno allo studio e all'avviamento al lavoro. L'assistenza psicologica gratuita è prevista dall'art.9 a carico del Servizio sanitario nazionale per tutto il periodo occorrente al pieno recupero dell'equilibrio psicologico.  È disposta, poi, all'art.11 l'estensione agli orfani delle risorse (opportunamente incrementate) del Fondo di solidarietà alle vittime dei reati di mafia, estorsione, usura, finalizzate all'erogazione di borse di studio e inserimento nell'attività lavorativa. Chi si rende responsabile del delitto, inoltre, decade dall'asssegnazione dell'alloggio popolare del quale eventualmente gode e i figli subentrano nella titolarità del contratto, senza perdere il diritto di abitazione. I figli, inoltre, possono anche chiedere il cambio del cognome.
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