«Non presenteremo mozioni in Parlmaneto - ha chiarito il vice presidente della Camera, l'unico a raggiungere la residenza in taxi anziché in auto blu - ne abbiamo già presentate tante e possono bastare. Ma chiederemo al premier Matteo Renzi di chiedere agli altri partner europei di bloccare i finanziamenti per quei paesi che continuano a fornire armi all'Isis. Chi parla di bombardare dice una follia. Vorrebbe dire bombardare un quartiere di Bruxelles. Mentre dal punto di vista di tagliargli i viveri c'è ancora molto da fare, Peccato che tra i paesi incaricati di mettere a punto un piano c'era anche chi finanzia gli estremisti islamici».
L'incontro mensile degli ambasciatori con i rappresentanti del parlamento italiano è un rituale, parte integrante di un protocollo diplomatico. Ma la visita di Di Maio, invitato di prima mattina a colazione, per qualcuno aveva anche un altro significato: rassicurare la Ue sulle spinte anti euro e anti europeiste di Beppe Grillo e compagni.
«Non posso rivelare i contenuti del nostro incontro - si è scusato Di Maio - ma posso dire che nessuno ci ha chiesto rassicurazioni. L'importante ora è rimboccarsi le maniche tutti insieme e iniziare a riqualificare le nostre periferie. Se amministreremo anche le grandi città lo faremo, perché la sicurezza è un bene assoluto».
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