Statali, la Madia difende la riforma a Sky: giovedì gli ultimi decreti

Statali, la Madia difende la riforma a Sky: giovedì gli ultimi decreti
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Domenica 19 Febbraio 2017, 22:49 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 08:23
La riforma della P.a. taglierà il traguardo «giovedì» prossimo, quando in Consiglio dei ministri approderanno gli ultimi decreti attuativi, tra cui anche un 'peso massimò: il nuovo Statuto del lavoro pubblico. A confermare la tabella di marcia è la stessa ministra Marianna Madia, intervistata da Maria Latella su SkyTg24. Madia difende i provvedimenti in arrivo, spiegando che superano «la logica brunettiana della lista dei 'buonì e dei 'cattivì», conta «la squadra».

La novità più rilevante dell'intero progetto per la ministra sta però nel piano di assunzioni per dare una soluzione al precariato storico nel pubblico impiego. Un'operazione, assicura, che non avrà costi extra. Si tratta, chiarisce, di consentire ad «amministrazioni che già pagano quelle persone di poterle assumere» e stiamo parlando di «medici, infermieri». Madia tiene anche a precisare un punto: «non c'è alcun decreto della riforma della P.a che non sia pienamente efficace dopo la sentenza della Consulta» che a fine novembre ha dichiarato illegittimo l'iter seguito per l'approvazione delle deleghe, giudicando insufficiente il parere delle Regioni. Un vizio di forma che non blocca il lavoro, garantisce la ministra, che avverte: «delle circa 8 mila partecipate pubbliche molte sono inutili e tolgono risorse per i servizi. Queste devono chiudere» e così sarà anche se «molti cercano di appigliarsi alla sentenza della Consulta» per evitarlo. Si tratta di giorni caldi sul fronte della P.a. proprio perché in Cdm sono attesi gli ultimi testi attuativi, anche se il lavoro non finirà giovedì. 

Per Furlan i target su cui improntare le pagelle vanno decisi con la contrattazione nei diversi luoghi di lavoro: «non possono che essere fissati sul territorio, ospedale per ospedale, Comune per Comune». E chiede anche più risorse per i rinnovi («i due miliardi stanziati non bastano, ce ne vogliono altri due»). Tuttavia l'impianto delle riforma sembra in linea con le aspettative dei sindacati e anche Furlan parla di «un passo in avanti», definendo «un'ottima notizia» la stabilizzazione dei 50 mila precari. E anche per Madia è la «ragione più importante per concludere questa riforma con il governo Gentiloni». A proposito di governo, Madia confessa di non avere mai pensato di lasciare l'incarico, anche se, ammette, «certamente quando Renzi si è assunto da solo la responsabilità della sconfitta del 4 dicembre, non rimanendo al governo, ho pensato che quella dovesse essere una responsabilità collettiva e che forse saremmo dovuti rimanere con lui».

Ma quello che conta per la ministra è andare avanti con una riforma che apre anche le basi allo sblocco del turnover, con una misura sperimentale che riguarderà Regioni e città metropolitane, per mettere a punto «vincoli differenziati alle assunzioni, fino al graduale superamento degli attuali» paletti, seppure senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
E se il meccanismo funzionerà con un decreto ad hoc, si legge nell'ultima bozza in circolazione della riforma, potrà «essere disposta l'applicazione in via permanente», «nonché l'eventuale estensione ad altre amministrazioni pubbliche». Sempre nel rispetto dei limiti di budget.
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