RIPOSIZIONAMENTI
Se prima la Raggi difendeva Mazzillo, ora lo ha scaricato per volere dei superiori, e con un Mazzillo fuori squadra - già nella notte di ieri con Casaleggio arrivato a Roma si sono cominciate a valutare le varie ipotesi che lo riguardano - viene meno l'ultimo pezzo di quel Raggio Magico che ha cominciato a decadere con l'allontanamento di Marra e di Romeo e con il riallineamento ai voleri di Grillo e Casaleggio da parte dell'ex vicesindaco Frongia, relegato all'ordinaria amministrazione come assessore allo Sport.
In questo contesto - mentre infuriano i malumori della base grillina e dei consiglieri comunali che come Mazzillo vorrebbero contare più della Casaleggio Associati e dei parlamentari Fraccaro-Bonafede diventati tutor della sindaca - è sbarcato all'Hotel Forum il giovane Casaleggio. Cui la Raggi è perfettamente allineata contro chi, ossia Mazzillo, poco amato fin da subito dal Commissario Davide, «fa polemiche e devia dalla linea tracciata». Che è quella rappresentata in sede di giunta dal nocciolo duro dei nordisti nella Capitale: gli assessori Colomban, Meloni, Montanari. A cui si è appena aggiunto Paolo Simioni, neo plenipotenziario all'Atac paracadutato dal Veneto.
L'arrivo del Commissario Davide, ufficialmente a Roma per partecipare stamane a una conferenza stampa sul sistema Rousseau, ha il sapore di una chiamata all'ordine piuttosto decisa. Quasi ruvida, nonostante il personaggio sia caratterialmente misurato. Ma non immune, con i più intimi, ad osservare con terrore il rischio suicidio di M5S nell'Urbe.
PAURE
Non è previsto un incontro tra Casaleggio e Raggi, ma il contatto è continuo, così come quello tra Davide e i dioscuri Fraccaro-Bonafede. Il clima in cui si svolge questo ennesimo tentativo di troncare e sopire le innumerevoli polemiche interne alla squadra grillina e di dare l'impressione che finalmente cominci una vera amministrazione della città è da allarme rosso.
Alla Casaleggio Associati hanno spulciato gli ultimi sondaggi sulle elezioni regionali siciliane - quelle sempre date per vinte da parte di M5S e considerate la rincorsa per il successo nazionale - e hanno visto che il possibile candidato del centrodestra unito, Nello Musumeci, supererebbe con il 35,4 il grillino Cancelleri (fermo al 30,4). E anche per questo la partita romana - ovvero evitare il collasso della giunta e dare qualche segnale di buongoverno - diventa ancora più cruciale.
Un brutto epilogo qui e un insuccesso in Sicilia rappresenterebbero per il grillismo la fine di tutto. E Grillo ne è arciconvinto: «Ci stiamo giocando la vita». Idem Casaleggio. Il quale si è fatto precedere nella sua calata a Roma dalla diffusione di un video in inglese, apparso ieri sul sito World Post, dove spiega come funziona Rousseau ma soprattutto parla per due volte dell'importanza di Roma per i destini pentastellati. «Abbiamo eletto la prima donna sindaco di Roma», dice Davide.
E esalta la forza del suo movimento: «Abbiamo in Campidoglio 29 consiglieri». La Capitale insomma resta la carta su cui Grillo e Casaleggio puntano per accreditarsi, anche sul piano internazionale, come forza di governo. E proprio per questo non si possono permettere un assessore che «rema contro» e sono obbligati a imporre uomini propri e obbedienza assoluta. A rischio di fomentare una rivolta di base e di riattizzare guerre, come quella storica targata Lombardi De-Vito contro la Raggi, che M5S non si può permettere ma non sta riuscendo ad evitare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA