Caso Mazzillo, linea dura dettata da Casaleggio e Grillo: ci stiamo giocando la vita

Casalino e Grillo (Lapresse)
di Mario Ajello
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Mercoledì 2 Agosto 2017, 08:00
Molti scommettono nel pianeta cinque stelle: «Non subito, ma quasi, Casaleggio farà saltare Mazzillo anche dall'ultima delega che gli è rimasta». Il destino dell'assessore al Bilancio - che il Commissario Davide, così viene ribattezzato il figlio del fondatore dai pentastellati che non amano «lo strapotere milanese a Roma» - più che dai 2,5 miliardi di debito consolidato del Campidoglio, cui si aggiungono i 13 miliardi di pregresso, sarà determinato dalla furiosa lotta interna, tutta di potere, che dilania M5S sulla Capitale.

RIPOSIZIONAMENTI
Se prima la Raggi difendeva Mazzillo, ora lo ha scaricato per volere dei superiori, e con un Mazzillo fuori squadra - già nella notte di ieri con Casaleggio arrivato a Roma si sono cominciate a valutare le varie ipotesi che lo riguardano - viene meno l'ultimo pezzo di quel Raggio Magico che ha cominciato a decadere con l'allontanamento di Marra e di Romeo e con il riallineamento ai voleri di Grillo e Casaleggio da parte dell'ex vicesindaco Frongia, relegato all'ordinaria amministrazione come assessore allo Sport.

In questo contesto - mentre infuriano i malumori della base grillina e dei consiglieri comunali che come Mazzillo vorrebbero contare più della Casaleggio Associati e dei parlamentari Fraccaro-Bonafede diventati tutor della sindaca - è sbarcato all'Hotel Forum il giovane Casaleggio. Cui la Raggi è perfettamente allineata contro chi, ossia Mazzillo, poco amato fin da subito dal Commissario Davide, «fa polemiche e devia dalla linea tracciata». Che è quella rappresentata in sede di giunta dal nocciolo duro dei nordisti nella Capitale: gli assessori Colomban, Meloni, Montanari. A cui si è appena aggiunto Paolo Simioni, neo plenipotenziario all'Atac paracadutato dal Veneto.

L'arrivo del Commissario Davide, ufficialmente a Roma per partecipare stamane a una conferenza stampa sul sistema Rousseau, ha il sapore di una chiamata all'ordine piuttosto decisa. Quasi ruvida, nonostante il personaggio sia caratterialmente misurato. Ma non immune, con i più intimi, ad osservare con terrore il rischio suicidio di M5S nell'Urbe.

PAURE
Non è previsto un incontro tra Casaleggio e Raggi, ma il contatto è continuo, così come quello tra Davide e i dioscuri Fraccaro-Bonafede. Il clima in cui si svolge questo ennesimo tentativo di troncare e sopire le innumerevoli polemiche interne alla squadra grillina e di dare l'impressione che finalmente cominci una vera amministrazione della città è da allarme rosso.

Alla Casaleggio Associati hanno spulciato gli ultimi sondaggi sulle elezioni regionali siciliane - quelle sempre date per vinte da parte di M5S e considerate la rincorsa per il successo nazionale - e hanno visto che il possibile candidato del centrodestra unito, Nello Musumeci, supererebbe con il 35,4 il grillino Cancelleri (fermo al 30,4). E anche per questo la partita romana - ovvero evitare il collasso della giunta e dare qualche segnale di buongoverno - diventa ancora più cruciale.

Un brutto epilogo qui e un insuccesso in Sicilia rappresenterebbero per il grillismo la fine di tutto. E Grillo ne è arciconvinto: «Ci stiamo giocando la vita». Idem Casaleggio. Il quale si è fatto precedere nella sua calata a Roma dalla diffusione di un video in inglese, apparso ieri sul sito World Post, dove spiega come funziona Rousseau ma soprattutto parla per due volte dell'importanza di Roma per i destini pentastellati. «Abbiamo eletto la prima donna sindaco di Roma», dice Davide.

E esalta la forza del suo movimento: «Abbiamo in Campidoglio 29 consiglieri». La Capitale insomma resta la carta su cui Grillo e Casaleggio puntano per accreditarsi, anche sul piano internazionale, come forza di governo. E proprio per questo non si possono permettere un assessore che «rema contro» e sono obbligati a imporre uomini propri e obbedienza assoluta. A rischio di fomentare una rivolta di base e di riattizzare guerre, come quella storica targata Lombardi De-Vito contro la Raggi, che M5S non si può permettere ma non sta riuscendo ad evitare.
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