Giustizia, Renzi: «No voto di fiducia». E sul referendum: «Non venga usato per mandare a casa il governo»

Renzi
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Mercoledì 28 Settembre 2016, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 13:26

«Non si utilizzi il referendum in nome del desiderio di buttar giù il governo. Si manda a casa per sempre la riforma. Quella è un'occasione perduta. È più bello se si potesse votare nel merito e poi scegliere un front runner del centrodestra e dei 5 stelle, che, con Di Maio, credo non se la passi benissimo». Lo dice il premier Matteo Renzi in un'intervista con Rtl 102.5 in cui tocca i più svariati argomenti, dalla riforma della giustizia a Berlusconi, fino alle pensioni e al caso Olimpiadi.

Se il referendum passa «saremo più forti in Europa. Se non passa sarà un problema in più per l'Italia», dice. «Berlusconi punta a fare un'operazione del tutto legittima che è quella di tornare in campo assieme a D'Alema e a tanti altri che utilizzano il referendum per questo e per fare una bella Bicamerale», prosegue rispondendo ad una domanda sul Cavaliere alla vigilia del suo ottantesimo compleanno. «Gli faccio gli auguri dal profondo del cuore, così come a Bersani che compie gli anni lo stesso giorno, il 29 settembre.
«Comunque - aggiunge - aspettiamo a giudicare Berlusconi come uomo del passato».

E sulla riforma della giustizia al Senato: «Noi abbiamo fatto delle regole che secondo me sono buone, ma io ci penso su due volte a mettere la fiducia su una cosa che Davigo definisce provvedimenti dannosi o inutili, su atti della giustizia che vogliono aiutare i magistrati, con i magistrati che dicono che sono dannosi. Tendenzialmente escludiamo il voto di fiducia», annuncia. «Si va in Aula e lì si vedrà», spiega. «Il dottor Davigo ha detto anche delle cose pesanti nei miei confronti ma io ho il dovere di ascoltarlo», spiega il premier concordando con le parole del ministro Orlando sui risicati numeri della maggioranza al Senato. «Il governo rischia sempre al Senato, questo Parlamento nasce dal fatto che nessuno ha vinto le elezioni. Abbiamo tenuto in piedi questo Parlamento per fare le riforme».

Sulle pensioni «le misure ci saranno e non dipendono dalla trattativa con Bruxelles - dice poi - ovviamente non saranno multimilionarie, ci saranno con la logica dei piccoli passi: in pensione si può andar prima accettando una piccola penalizzazione dello stipendio, le minime avranno una sorta di quattordicesima, riusciremo a dare qualche soldo in più». Il quadro della legge Fornero, spiega Renzi soffermandosi sull'Ape, «non viene rivoluzionato ma si permetterà qualche piccolo anticipo». Sulla minime, quelle che hanno una sorta di quattordicesima, «riusciremo a dare qualche soldo in più, attorno ai 750 euro anche se qualcuno vorrebbe arrivare a 1.000».

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