Respinto il ricorso Pd sulla Raggi: l'effetto boomerang si chiama Cirinnà

Cirinnà
di Mario Ajello
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Mercoledì 18 Gennaio 2017, 09:14

Alberto Arbasino potrebbe adattare alla Cirinnà una sua vecchia rimetta: «Quanto parlare, quanto discutere, quanto agitarsi / per risultati così scarsi». Infatti la riccioluta senatrice del Pd s’è rivelata più esperta nell’animalismo, sua vera passione coltivata insieme ai suoi «figli non umani» (quattro cani, quattro gatti, due cavalle e una famigliola di asini con cui convive insieme al marito Esterino Montino a sua volta dem) piuttosto che nella battaglia giuridico-politica, una scorciatoia che speso genera mostri.

Ha scatenato l’avvocato Venerando Monello, Pd anch’egli, e il suo nome già strambo nel registro del tribunale è diventato erroneamente Vagabondo Monello. Ma tutti e due hanno trascinato il loro partito in una figuraccia puntando sulla ineleggibilità della Raggi anziché, senza incorrere in vizi formali, sulla nullità - dimostrabile - del contratto tra lei e la Casaleggio Associati.

Monica ha provato a diventare l’eroina che libera Roma dai 5 stelle e la beniamina del suo partito che l’ha lasciata fare (non ci sono più i comunisti di una volta) ma l’imperizia ha scatenato l’effetto boomerang. Quando si vuole troppo bisogna accontentarsi del giusto. Anche se alle sconfitte Monica è abituata. Nell’altro suo momento di celebrità, la legge sulle unioni civili, lei si offese e pianse perché il ddl Cirinnà andò a sbattere e dovette diventare, senza adozioni, il testo Renzi-Alfano. Magari una prossima battaglia prima o poi Monica la vincerà. Ammesso che il Pd gliela farà giocare. 

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