Rimini a 5Stelle, ovvero l'ansia di apparire uniti

Rimini a 5Stelle, ovvero l'ansia di apparire uniti
di Mario Ajello
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Venerdì 22 Settembre 2017, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 14:46
dal nostro inviato
RIMINI L'ansia di sembrare uniti. L'assillo di non mostrarsi dilaniati in una lotta di potere profonda - perché questa è, come nei partiti più classici, la dicotomia tra i cosiddetti ortodossi alla Fico e i neomoderati alla Di Maio - è quella che pervade Grillo, Casaleggio e tutti gli altri alla vigilia dell'incoronazione show, nella festa di Rimini, per Giggino candidato premier e contestato plenipotenziario del movimento che ormai è un partito. E così, la spianata della kermesse, che si apre stasera, fino a ieri notte era ancora deserta di big, di peones e di attivisti. Ma è in corso dietro le quinte, e continuerà stamani nelle stanze dell'hotel Fra i Pini che ospita lo stato maggiore pentastellato, un braccio di ferro a proposito della presenza sul palco grande dei contrari allo strapotere di Di Maio. Grillo e Casaleggio stanno decidendo di dare spazio al dissenso, non confinarlo negli spazi minori ma di farlo apparire sulla scena principale. Con Fico e altri come lui a dire la loro. Il che non significa che sia scoppiata una pace impossibile. Vuole dire altro.

IL SONDAGGIO
Un sondaggio di Alessandra Ghisleri (Euromedia Research) si è rivelato in linea con le sensazioni di Grillo e Casaleggio riguardo allo scompiglio che le primarie solitarie di Giggino hanno creato in buona parte del mondo 5 stelle. Insomma, il 21% dei pentastellati, e non sono pochi in un partito che come tutti i partiti populisti aspira sempre e comunque all'unanimismo, considera questo tipo di consultazione a vincitore già deciso come una «farsa». Poi bisognerà vedere se questa complicata voglia di tregua reggerà. E se gli ortodossi si accontenteranno della passerella e della libertà di critica ma senza esagerare.

Visto dalla vigilia, lo sforzo di sembrare quelli di sempre, cioè non normalizzati, è commovente quanto incongruo. Perché nulla è più come prima, come nelle solite feste 5Stelle eco-equo-solidali, inneggianti ai beni comuni e strabordanti di fantasia da opposizione. Il tempo nuovo è segnato dal fatto che Rousseau, cioè il cuore del partito azienda, è diventato soverchiante nella scenografia di questa kermesse e Info Point Rousseau, Villaggio Rousseau, Merchandising Rousseau dicono le insegne dei gazebo più centrali. E proprio nel giorno in cui la potenza politico-elettronica della Casaleggio Associati fa flop, il sistema Rousseau zoppica e s'inceppa.

RIVOLUZIONE FINITA
Dunque, a un primo colpo d'occhio ambientale, l'azienda sembra sovrastare il partito e il partito non somiglia più a un movimento. Che fine hanno fatto le tende inneggianti ai No Tav? E le capanne militanti per l'acqua pubblica? E i comitati contro il riscaldamento globale che riempivano simili kermesse e sembra ormai appassionare quasi solo la Raggi quando si intasano i tombini di Roma? Non bisogna farlo troppo a vedere, ma la rivoluzione è finita. E la sfilata di tendoni gialli dove alloggiano i sindaci 5Stelle sono destinati a diventare da qui a domenica, tra un'assenza e l'altra (mancherà il primo cittadino di Bagheria, costretto all'obbligo di firma), lo sfogatoio contro l'invadenza della magistratura.

LA NEMESI
Sarà la festa della nemesi, anche nel senso dell'uno vale uno sostituito dall'uomo solo al comando, cioè Giggino? Ovvio. I suoi emissari confessano però: «Non bisogna spaventare il nostro popolo». E dire nostro popolo è espressione castale, anche se risuonerà il combat rock degli SkassaKasta, guidati dall'ex leghista Gianluigi Paragone qui anche in veste di presentatore.

La scaletta viene fatta e rifatta fino all'ultimo. Il rischio che Fico faccia il pienone di applausi e ovazioni - come Ingrao nei congressi del Pci contro Amendola ma Giggino non è Giorgione - non viene affatto escluso dai maggiorenti. I quali sanno però che la voglia di andare al governo costi quel che costi è un altro sentimento piuttosto diffuso nel popolo grillino. E infatti, sempre secondo il sondaggio della Ghisleri, appena l'uno per cento degli 5Stelle voterebbe per Fico candidato premier. Il quale, guarda caso, si è sottratto alla conta. Ma non alle contese. Quelle vere si svolgeranno non sul pratone della fiera ma nel segreto delle stanze dei big all'Hotel Fra i Pini. Come accadeva ai tempi della Dc e del Psi, anche se il Midas forse era un luogo più divertente.