Una rievocazione che «non deve trasformarsi in una celebrazione rituale. Per evitare che divenga soltanto formale occorre riprendere e far proprio lo spirito e i criteri del suo impegno». «Diceva che 'la mafia non è affatto invincibile e che occorre, piuttosto, rendersi conto che si tratta di un fenomeno terribilmente serio e molto gravè.
Aggiungeva che 'si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini ma impegnando tutte le forze migliori della società'. Come interprete, e capofila, di queste energie migliori, ha svolto, con coraggio e determinazione, la sua opera. Era, infatti, convinto -come ebbe a scrivere- che 'perché una società vada bene ... basta che ognuno faccia il suo doverè. Per questo motivo ha affrontato pericoli di cui conosceva la gravità: per affermare la dignità del suo ruolo di magistrato».
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