Scuola, senza l'aiuto della “104”
difficili i trasferimenti al Sud

Scuola, senza l'aiuto della “104” difficili i trasferimenti al Sud
di Lorena Loiacono
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Lunedì 17 Luglio 2017, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 09:22
Docenti con la valigia, pronti a partire. Ma per alcuni il trasferimento da una cattedra all’altra è più veloce, per tanti altri invece è praticamente impossibile. Ad accelerare i tempi della mobilità degli insegnanti entra in gioco e vince, ancora una volta, la precedenza dettata dalla Legge 104. Tanto che, senza quella, al Sud non si entra.
Un tema delicatissimo, quello dei trasferimenti nella scuola: basti pensare che solo lo scorso anno, con la fase di mobilità straordinaria concessa ai docenti dalla legge della Buona Scuola, si spostarono oltre 150 mila docenti: la maggior parte dei quali utilizzò quella possibilità per lasciare le cattedre del Nord e tornare al Sud, nella provincia di origine. Una fase straordinaria, a cui seguì una altrettanto straordinaria difficoltà nell’avvio dell’anno scolastico, che dimostrò chiaramente quanto sia importante per i docenti poter tornare a casa. Per tutti, ovviamente. Ma per alcuni la strada è sbarrata. 

I NUMERI
Basta leggere i dati degli esiti della mobilità richiesta per il prossimo anno scolastico, 2017-2018, e vedere come nella graduatoria dei maestri di scuola elementare, intenzionati a spostarsi da una provincia all’altra e quindi anche in un’altra regione, incide pesantemente la precedenza data dalla legge 104, che sostiene i lavoratori che assistono familiari con disabilità. Senza è difficile, a volte impossibile, ottenere il trasferimento. Secondo i dati del ministero dell’istruzione, rielaborati dal portale Tuttoscuola che denuncia il fenomeno da anni, nelle regioni del Sud la media di trasferimenti da legge 104 supera di gran lunga quella nazionale. Dei 2902 maestri di scuola elementare che hanno avuto il trasferimento interprovinciale, 624 si sono spostati grazie alla precedenza dettata dalla 104. Vale a dire il 21,5%, uno su 5. La percentuale si alza notevolmente nelle regioni del Sud dove raggiunge il 53,9% e nelle Isole con il 59,4%. Con picchi che si registrano in Sicilia, dove 153 dei 210 trasferiti hanno ottenuto il trasferimento con la legge 104, pari al 72,9%, e in Calabria con il 79,5% per cui su 127 trasferiti 101 hanno la 104. In Campania il 66,6% gode della mobilità grazie alla 104 e in Basilicata il 30,3%. 

LE DENUNCE
Ad abbassare la media invece le regioni del Nord Ovest, con l’1,4% di trasferiti con la precedenza della 104, del Nord Est con l’1,1% e del Centro con il 5,2%. Nel Lazio, che detiene il maggior numero di trasferimenti da altra provincia con 470 docenti, hanno avuto la precedenza con la legge 104 soltanto in 43 pari al 9,1%. Che cosa comporta un quadro simile? Semplice: al Sud e nelle Isole non si entra nelle scuole elementari senza la legge 104. E sono proprio le regioni da cui provengono migliaia di docenti che coprono le cattedre del Nord, docenti che volentieri tornerebbero a casa anche perché la vita da fuori sede è molto più costosa. I posti disponibili al Sud, quindi, non coprono tutte le richieste e la corsa al trasferimento si fa difficilissima. E la precedenza data alla 104 fa la differenza.

In alcuni casi, in passato, è intervenuta anche la magistratura per fare luce su certificazioni irregolari. Soprattutto dopo l’intervento dell’ex sottosegretario all’istruzione, Davide Faraone, che due anni fa denunciò gli abusi della legge in Sicilia. Ma la 104, per la mobilità nella scuola, resta tutt’ora necessaria. Ad Agrigento su 10 posti disponibili 10 sono andati a docenti con precedenza da 104, a Vibo Valentia 14 su 16, a Palermo 53 su 65, a Trapani 10 su 12 e a Ragusa 10 su 13, a Cosenza 34 su 35 e a Reggio Calabria 24 su 37. Per tutti gli altri non restano molte possibilità. Anche la ministra Valeria Fedeli ha annunciato monitoraggi e controlli a sorpresa: «Combatteremo gli abusi sulla legge 104, a breve apriremo un tavolo con Inps, Regioni e ministero della Salute: dobbiamo agire a tutela di chi ne ha veramente bisogno».
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