Suor Orsola, indagato il Rettore: «Al concorso universitario favorito ​il figlio dell’ex ministro Zecchino»

Suor Orsola, indagato il Rettore: «Al concorso universitario favorito il figlio dell’ex ministro Zecchino»
di Leandro Del Gaudio
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Martedì 26 Settembre 2017, 23:37 - Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 13:46

Viene bollato come regista morale di una operazione finalizzata ad assicurare un posto di ricercatore al figlio dell’ex ministro della pubblica istruzione Ortensio Zecchino. Nel pieno dello scandalo nazionale sulle cattedre universitarie (parliamo dell’inchiesta nata a Firenze), non passa inosservata la svolta investigativa impressa di recente dalla Procura di Napoli: sotto inchiesta finisce il rettore dell’università Suor Orsola Benincasa Lucio D’Alessandro, che deve rispondere di un’ipotesi di abuso di ufficio; ma anche gli altri membri della commissione, vale a dire Giovanni Coppola, Anna Giannetti, Alessandro Viscogliosi, per i quali è ipotizzata anche l’accusa di falso.

Ai quattro indagati è stato notificato un avviso di chiusa inchiesta, al termine delle indagini condotte dal pm Graziella Arlomede, magistrato in forza al pool guidato dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Una inchiesta che si insinua nel pieno di un contenzioso dinanzi al Tar aperto dal ricorso di una candidata al ruolo di ricercatore assegnato - nell’ormai lontano 2004 - a Francesco Zecchino. Né Ortensio Zecchino, né il figlio Francesco sono indagati, mentre l’iter amministrativo è approdato per due volte dinanzi al Tar e al Consiglio di Stato e non è ancora concluso.

Ma entriamo nel merito dell’inchiesta sulla valutazione resa in questi anni da due commissioni di concorso in favore di Francesco Zecchino. In ballo il posto di ricercatore a Lettere (storia dell’architettura e storia dei giardini), in prima battuta la commissione premia Zecchino jr. Scatta il ricorso della competitor Maria Losito, per il quale sia il Tar che il Consiglio di Stato dichiarano la valutazione dei prof come un atto illegittimo, «in considerazione dell’evidente svalutazione dei titoli accademici e della prova d’esame della concorrente Maria Losito, di cui riconosceva la prevalenza». Siamo nel 2008, quando la stessa commissione, nonostante le pronunce del Tar e del Consiglio di Stato, si riunisce per confermare la prima valutazione: quel posto di ricercatore - insistono i giudici - deve andare a Francesco Zecchino.

Scatta un nuovo ricorso, dal mondo degli studi e della ricerca scientifica, si passa di nuovo alla giustizia amministrativa, che dispone una nuova valutazione dei candidati da parte però di una diversa commissione, «sì da assicurare neutralità e imparzialità dei giudizi, invero carenti nella prima valutazione». Ed è a questo punto - siamo nel 2011 - che entrerebbe in gioco - come «concorrente morale» e come «regista» - il rettore D’Alessandro. Qual è l’accusa? Avrebbe individuato come nuovo commissario un docente del suo istituto - parliamo del professor Coppola - che è anche fondatore e componente di un organismo di studi che ha tra i suoi vertici sia Ortensio Zecchino, che il figlio Francesco.

Una sorta di conflitto di interessi, secondo la Procura, che rileva che i criteri di imparzialità e neutralità del giudizi sono tutt’altro che garantiti. Scrivono i pm: «Coppola è fondatore e componente del consiglio direttivo del Cesn, Centro europeo di studi normanni di Ariano Irpino, istituto a cui partecipano il contro interessato Francesco Zecchino ed il padre di questi Ortensio, fondatore anch’egli e presidente del Consiglio di amministrazione dell’ente». Quanto basta, nell’ottica della Procura, ad ipotizzare la volontà di favorire il figlio dell’ex ministro. Di tutt’altro avviso docenti e commissari coinvolti.


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