Referendum, alle urne l'80% degli elettori Pd e il 67% dei 5Stelle. Decisivo il ceto basso

Referendum, alle urne l'80% degli elettori Pd e il 67% dei 5Stelle. Decisivo il ceto basso
di Antonio Calitri
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Lunedì 5 Dicembre 2016, 07:19
Sono stati i ceti bassi a far decollare la partecipazione al referendum e a determinare il risultato finale. Tra l'appartenenza politica dei votanti invece, i più mobilitati sono stati gli elettori appartenenti al partito democratico seppur senza seguire in maniera compatta le indicazioni della segreteria, seguiti da quelli del Movimento 5 stelle e della LegaNord. Il referendum molto sentito dall'elettorato che ha fatto registrare un'affluenza del 68,44% (quando mancano 5 comuni su 7.998), risultata molto superiore al risultato degli altri referendum costituzionali, quelli del 2001 (34,1%) e del 2006 (52,5%).

PERFORMANCE
Secondo i dati del Viminale sui 7.998 comuni in cui si è votato, a guidare la classifica della partecipazione nelle metropoli è stata proprio la città del premier, Firenze, con il 77,14%, seguita da Bologna al 75,85%, mentre fanalino di coda è stata Napoli al 53,86%. Il capoluogo partenopeo risulta ultima in partecipazione tra le grandi città del Sud, da Bari, la migliore del Mezzogiorno che fa registrare una partecipazione al 63,17%, seguita da Reggio Calabria al 59,11% e da Palermo al 55,94% e. Importante il risultato di Roma (al 69,82%) e di Milano (al 71,71%). Tra le regioni invece, guidano la classifica dell'affluenza il Veneto che ha raggiunto il 76,67% con la provincia di Padova che si avvicina all'80% facendo registrare l'affluenza record del 78,92% seguita da Emilia Romagna (75,93%) e Toscana (74,45%). In coda invece ultima per partecipazione la Calabria con appena il 54,44% seguita dalla Sicilia al 56,82% mentre i migliori risultati arrivano dalle piccole Molise (63,88%) e Basilicata (62,86%). Il Lazio invece che all'inizio della giornata faceva registrare una scarsa partecipazione ha recuperato tantissimo e per un soffio non ha raggiunto il club del 70%, quello delle regioni a più alta partecipazione del CentroNord raggiungendo a urne chiuse il 69,18%.

TENDENZE
«Negli ultimi due mesi» spiega Enzo Risso, direttore scientifico di SWG, «la voglia di partecipazione è cresciuta fortemente tra gli italiani, passando dal 37% di certi che avrebbero votato, il primo settembre al 47% del 20 ottobre e poi 53% del 20 novembre fino al 2 dicembre che hanno raggiunto il 61-63%, ai quali si aggiunge una parte di quel 20% di indecisi che ha deciso nelle ultime ore».

La campagna referendaria ha spaccato diversi partiti che però sono rimasti il volano della partecipazione. Dai dati della SWG, il Pd seppur diviso al suo interno sulla scelta tra il Sì e il No è quello che ha mobilitato di più i suoi elettori, raggiungendo l'80%, seguito dal M5s che ha mobilitato il 67% dei suoi elettori, due punti sopra la LegaNord che raggiunge il podio col 65% mentre Forza Italia si ferma al 60%. Con questa partecipazione, continua Risso, «non contano più le differenze tra i territori per la determinazione del risultato finale ma le classi che hanno votato, il ceto medio e il ceto basso. A prevalere nella propensione sono stati due sentimenti, quello di attesa e quello di rabbia mentre sono rimasti a casa quelli che provano paura e tristezza. E tra questi in particolare casalinghe disoccupati e una parte di pensionati più anziani».

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