Ad uscire dai gruppi congiunti, si apprende dall'Udc, sono i parlamentari Buttiglione, Binetti, De Mita e Cera e il senatore De Poli. «In questo momento riteniamo che in primo luogo spetti al presidente Mattarella definire percorsi e prospettive. Ci limitiamo a considerare che dopo il referendum il Paese ha bisogno con urgenza di una messa in sicurezza sociale, di interventi sul sistema creditizio a tutela dei risparmiatori e di una nuova legge elettorale a base proporzionale votata dal parlamento. E non ultimo c'è bisogno, al di là delle distinzioni sul referendum, di un lavoro di ricomposizione specie all'interno dell'area del cattolicesimo popolare e di ceti medi e popolari, che miri alla costruzione di un soggetto politico credibile» si spiega nella nota dell' Udc che conclude: «Facciamo appello a noi stessi e a quanti, tra parlamentari e movimenti nella società civile, colgano come noi la rilevanza di questo passaggio».
L'Udc ha lasciato Ap? «Nessuna sorpresa, l'Udc, che è un partito dal quale era già uscito Pier Ferdinando Casini, ha votato ufficialmente No al referendum, queste sono le naturali conseguenze politiche della divisione al referendum.
Mi sembra anche che ci sia un clima all'interno del sistema politico italiano per cui le conseguenze del referendum si faranno sentire credo nell'ambito di vari partiti nelle prossime ore», ha commentato il ministro dell'Interno Angelino Alfano al termine della riunione dei gruppi Ncd
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