L'idea dei frati copti – che abitano in una struttura monumentale sorta nel luogo in cui Sant'Antonio visse da eremita nel IV secolo – è arrivata agli scienziati dell'Enea che da anni conducono progetti finalizzati alla diffusione di nuove tecnologie per lo sfruttamento dell’energia solare. Tali attività, coordinate in stretta collaborazione con aziende e istituzioni, rientrano in un quadro generale di sviluppo socio-economico sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e degli accordi internazionali sulla lotta ai cambiamenti climatici. Da qui è partita la sfida di sviluppare tecnologie capaci di distribuire l’energia solare in modo stabile e controllato, anche di notte o in generale durante periodi di bassa insolazione. Questo è possibile, spiegano gli scienziati, mediante sistemi di accumulo dell’energia solare raccolta.
Un’altra sfida per i frati copti è di introdurre impianti solari per una produzione «decentralizzata» dell’energia, in grado di supportare la crescita autonoma di comunità anche in zone desertiche dove l’approvvigionamento energetico è difficoltoso. Il progetto chiamato MATS riguarda un impianto solare a concentrazione, dotato di accumulo, in grado di distribuire sia elettricità che acqua dissalata a una comunità di circa 1,000 abitanti in un’area desertica. L’elettricità potrebbe essere distribuita sulla rete elettrica locale (così come attualmente avviene con i combustibili fossili); l’acqua dissalata prodotta potrebbe favorire attività agricole e produttive. Un impianto dimostrativo è già stato realizzato ad Alessandria d’Egitto (City for Science and Technology in Borg El-Arab).
Il Monastero è fra i più antichi al mondo, costruito verso il 356 sulla tomba di sant'Antonio abate. Oggi si presenta come un villaggio indipendente con giardini, un mulino, un forno e cinque chiese. Oltre ai 120 monaci ed è di religione copto-cristiana il Monastero ospita fino a 500 lavoratori di vario genere e ogni giorno accoglie fino a 2000 pellegrini.
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