«Una volta, nel Santuario di Lujan, c'era una grande coda in attesa delle confessioni. In coda c'era un ragazzotto, tutto moderno con i tatuaggi. Venne per dirmi cosa gli stava succedendo. Era alle prese con un problema grosso, difficile. Mi disse che era al santuario su suggerimento di sua mamma. Vai dalla Madonna e lei ti dirà cosa devi fare. Ecco quella era una donna che aveva il dono del consiglio».
I sacerdoti del santuario ricordano ancora quando Bergoglio arrivava di sabato pomeriggio e vi rimaneva per accogliere il pellegrinaggio dei giovani nel fine settimana. Aspettava i giovani che arrivavano, e la domenica, all’alba, celebrava la messa con loro alle 7. Raccontano di come sia sempre stato un uomo dai modi semplici, ma allo stesso tempo appassionati nell'avvicinare la gente. «Arrivava intorno alle cinque del pomeriggio, quando cominciava a confessare fino alle 22, quindi cenava e poi si coricava un poco e alle 2 del mattino si svegliava».
Chissà se la nostalgia del santuario di Lujan farà cambiare idea a Papa Bergoglio per rimettere presto piede in Argentina, un viaggio che finora ha evitato di pianificare. Negli anni passati per non interferire nella campagna elettorale, poi succcessivamente per non scontrarsi con il presidente Macri, il cui programma economico di stampo liberale pare non entusiasmare troppo Papa Bergoglio. Anche per il prossimo anno in agenda non ci sono viaggi in Argentina. La nostalgia però potrebbe fare miracoli.
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