Biotestamento, il vescovo di Assisi: «Mi piacerebbe incontrare Grillo, il dialogo è utile»

Biotestamento, il vescovo di Assisi: «Mi piacerebbe incontrare Grillo, il dialogo è utile»
di Franca Giansoldati
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Sabato 22 Aprile 2017, 15:06 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 17:05

ASSISI «Sì, lo scriva pure: mi piacerebbe che Beppe Grillo venisse al Santuario della Spogliazione, al Vescovado di Assisi. Lo saluterei volentieri, scambiando anche due chiacchiere». Una disponibilità, quella del vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, che si pone all'indomani della Lettera che Papa Francesco gli ha scritto sul nuovo Santuario dal nome, a dir poco provocatorio, Spogliazione, e sull'onda dell'intervista che il leader Cinque Stelle ha affidato all'Avvenire. Causando parecchi malumori ma anche domande che forse meritano risposte. Tra le quali la posizione assunta alla Camera da M5S favorevole alla legge sul biotestamento.

Perché questo invito formale?
«Più che invito, una disponibilità. Non bisogna avere paura del dialogo, anche nel caso di posizioni distanti o poco chiare. La storia di San Francesco ce lo insegna piena come è di bellissimi aneddoti, di esempi concreti su come costruire un clima nuovo. È una sfida di questo momento storico. Noi cristiani dobbiamo essere fautori di questa forza propositiva, anche se tante cose non ci piacciono o ci trovano su fronti distanti».

Lei naturalmente avrà letto le parole di Grillo al giornale dei Vescovi. Che considerazioni le vengono?
«Non voglio ora entrare nel merito. Alcune espressioni appartengono al suo stile ben noto: qualche giudizio sommario, all'ingrosso. Non posso condividerlo. E tuttavia anche qualche posizione stimolante. Penso che un surplus di dialogo non possa che fare bene al clima generale. In democrazia è sempre un elemento positivo, utile alla ricerca del bene comune. Demonizzare, mettere ai margini, non giova mai. Dialogare ovviamente non significa sponsorizzare. San Francesco parlava con i lupi. Andò a trattare con il Sultano. Se Grillo dovesse accettare il mio invito a visitare Assisi, nel Santuario della Spogliazione e ovviamente alla Tomba del Santo forse troveremmo insieme anche qualche punto di convergenza».

La Spogliazione è il luogo dove San Francesco si tolse i ricchi abiti di broccato per restituirli a suo padre Pietro di Bernardone...
«Esattamente. Quello della Spogliazione è un santuario dal simbolismo potente, capace di imporre al mondo una riflessione essenziale per il futuro a proposito della revisione degli stili di vita sbagliati, della ricerca di una società più giusta e solidale. Ma la spogliazione può essere metaforica, incoraggiando ognuno di noi a spogliarsi dei propri pregiudizi».

I 5 Stelle di pregiudizi sembrano averne parecchi. Penso, per esempio, alle richieste sulla revisione dell'8 per mille...
«Spogliazione dai propri pregiudizi significa poter parlare liberamente, anche della realtà ecclesiale, del suo ruolo nella società, di quello che viene fatto ogni giorno e del suo giusto riconoscimento. Quello che arriva alla Chiesa dall'8 per mille viene da una destinazione fatta democraticamente dai cittadini, con una collaborazione dello Stato che riconosce così alla Chiesa, come ad altre espressioni religiose, una importante funzione sociale. Per quanto ci riguarda, si tratta non solo della sussistenza ecclesiale, ma di tanto servizio ai poveri e di sostegno a strutture che sono importanti per la cultura e il bene comune. E ciò realizzato con controlli bilaterali e nella trasparenza. Tutto naturalmente può essere migliorato. Non dobbiamo avere timori. Io penso a una Chiesa non arroccata, aperta all'incontro, in uscita, secondo l'espressione cara a Papa Francesco, missionaria e gioiosa, come è delineata nell'Evangelii Gaudium».

Il tema della famiglia potrebbe essere un terreno di intesa tra la Chiesa e Grillo?
«La tutela della famiglia dovrebbe essere un tema di interesse tra tutti coloro che hanno a cuore il benessere e il futuro della società. Ho piacere se si trova anche con i Cinque Stelle un'intesa. Questo non significa discriminare nessuno. Ogni persona merita rispetto, accoglienza e, cristianamente, amore. Ciò non esime tuttavia dalla valutazione etica. Per noi annunciare il messaggio evangelico sulla famiglia, come sui punti etici più sensibili e dibattuti in tema di vita e sessualità, è irrinunciabile. Nessun bavaglio può essere messo ai pensieri e alle parole, tanto meno alla coscienza, e la democrazia senza dibattito è destinata a degenerare nel totalitarismo del pensiero unico. Lo stile esagitato e gli insulti reciproci non servono».