Sos integrazione bambini stranieri, protocollo tra associazioni di volontariato

Sos integrazione bambini stranieri, protocollo tra associazioni di volontariato
di Franca Giansoldati
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Lunedì 20 Novembre 2017, 16:39 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 14:49
Roma – Sos integrazione per i minori stranieri. Croce Rossa, Jesuit Refugee Service, Focsiv, Terres des Hommes, Save the Children e la Fondazione marista hanno presentato stamattina un protocollo di intenti per sensibilizzare le istituzioni del bisogno di investire maggiormente sull'istruzione dei minori stranieri che si trovano sul territorio. «Il fenomeno migratorio vive una crisi senza precedenti. L’educazione dei bambini in movimento è strumento fondamentale per proteggere i loro diritti». Il paper congiunto intitolato «Children on the move» parte dal presupposto che occorre seguire tutto il ciclo migratorio, avere la disponibilità da parte delle Istituzioni di programmi educativi integrati e adeguati, garantire la accessibilità economica all’istruzione nel corso di tutte le fasi della crescita, dall’infanzia alla giovinezza.

«Sulla base di quanto discusso chiediamo alle organizzazioni internazionali di non tornare indietro sulle politiche migratorie, sollecitare gli Stati alla collaborazione internazionale non solo economica, incentivare misure che promuovono la non deportazione, la non dissuasione» si legge nel documento congiunto rivolto anche alle organizzazioni internazionali. 

«L'educazione e la formazione sono le fondamenta per un mondo migliore, un mondo che deve essere costruito senza rabbia e al di fuori dei conflitti: abbiamo il dovere di abbattere le disuguaglianze e il dolore, ha insistito Marzia Ventimiglia, direttore generale della fondazione marista.

«La mia lamentela come cittadino - ha spiegato, invece, il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone presente all'incontro - è che di questi temi si occupa soltanto il mondo associativo e pochissimo le istituzioni, se non quando ne parlano i servizi televisivi. Bisogna creare le condizioni per dar luogo ad un’accoglienza vera, evitando speculazioni da parte di chi mette a disposizione le strutture, affinché questi ragazzi possano inserirsi nella società».
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