Da quando si sono aperti molti archivi nazionali, tra cui quello della Santa Sede, ormai nessuno mette più in dubbio la storicità di un massacro studiato a tavolino su base etnica e religiosa dall'allora governo ottomano che, dal 1915 al 1920 portò alla morte 1 milione e mezzo di cristiani. Ankara respinge il termine genocidio. La sua linea negazionista resta ferma riconoscendo solo mezzo milione di vittime come conseguenza diretta della sollevazione degli armeni contro l’Impero ottomano. I Paesi che riconoscono ufficialmente il genocidio armeno sono una ventina, tra cui l’Italia, la Germania e la Francia.
Le relazioni bilaterali tra Turchia e Olanda sono al minimo storico dopo che il governo olandese ha annunciato di avere ritirato da Ankara il proprio ambasciatore, seguito dalla Turchia con il proprio rappresentante. Tutto è nato perchè l'anno scorso il governo olandese ha impedito a due ministri turchi di fare comizi durante delle manifestazioni organizzate dalla comunità turca a Rotterdam in occasione della campagna per il referendum sul rafforzamento dei poteri presidenziali di Erdogan.
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