LIMITI
Anche in punto di dottrina, il dilemma poi affrontato ieri dal cardinale Basetti è tutt'altro che semplice. Esistono dei limiti all'accoglienza in assenza di efficaci percor\si di integrazione capaci di dare ai migranti quegli strumenti necessari a padroneggiare la cultura, la lingua, per potere garantire loro futuro vero evitando di finire nei ghetti o, peggio ancora, nelle mani della criminalità? Il dibattito non è semplice. Il tema è complesso e anche all'interno della Chiesa le sfumature appaiono diverse.
Così dopo il Vaticano che aveva parlato attraverso l'Osservatore Romano, anche la Cei, ieri, per bocca del suo presidente, ha chiarito la linea da tenere a proposito del ruolo delle Ong e del codice di condotta elaborato dal Viminale. «Ribadisco la necessità di una etica della responsabilità e del rispetto della legge». Chissà se Bassetti in quel momento aveva in mente il caso di don Mosè Zerai, il prete eritreo scappato dal regime, candidato in passato al Nobel per la pace, ma raggiunto da un avviso di garanzia dalla Procura di Trapani per il ruolo avuto nel salvataggio di vite umane nel Canale di Sicilia. Domenica scorsa l'Avvenire a tal proposito tuonava: «Hanno alzato il tiro, prima le Ong, al centro di una campagna di discredito ora le accuse contro don Zerai. Solo chi è in malafede può accusarli di complicità. Finirà di vergognarsene». Bassetti un paio di mesi fa parlava di una cultura dell'accoglienza che è da cambiare e che dovrà impegnare anche chi fa politica e guida la nazione.
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