Papa Bergoglio incoraggia i leader, gli amministratori, i politici, i manager a unire “le mani e il cuore per accarezzare l’altro. Per prendersi cura degli altri”. Del resto la tenerezza, ha spiegato, è il linguaggio dei più piccoli, di chi ha bisogno dell’altro. Il che significa anche “abbassarsi, questa è la tenerezza”. Il che non vuol dire debolezza, tutt'altro. “È la strada della solidarietà, la strada dell’umiltà. Permettetemi di dirlo chiaramente: quanto più sei potente, quanto più le tue azioni hanno un impatto sulla gente, tanto più sei chiamato a essere umile. Perché altrimenti il potere ti rovina e tu rovinerai gli altri”.
Anche stavolta il Papa ha preso in prestito un detto argentino. “Il potere è come il gin preso a digiuno: ti fa girare la testa, ti fa ubriacare, ti fa perdere l’equilibrio e ti porta a fare del male a te stesso e agli altri, se non lo metti insieme all’umiltà e alla tenerezza. Con l’umiltà e l’amore concreto, invece, il potere – il più alto, il più forte – diventa servizio e diffonde il bene. Il futuro dell’umanità non è solo nelle mani dei politici, dei grandi leader, delle grandi aziende. Sì, la loro responsabilità è enorme. Ma il futuro è soprattutto nelle mani delle persone che riconoscono l’altro come un “tu” e se stessi come parte di un “noi”. Abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri”.
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