Con un comunicato Papa Francesco esprime vicinanza alla Chiesa australiana, attualmente sotto schiaffo, e alle vittime. «Nel suo recente incontro con la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, Papa Francesco ha affermato che la Chiesa è chiamata ad essere luogo di compassione, soprattutto per coloro che hanno sofferto, e ha ribadito che la Chiesa è impegnata nell’assicurare ambienti che garantiscono la protezione di tutti bambini e adulti vulnerabili». Le indagini della commissione pubblica sono durati cinque anni e hanno avuto risonanza anche in Italia in particolare per le audizioni alle quali si è sottoposto l’anno scorso, in videocollegamento da Roma, il cardinale George Pell. L'ex prefetto vaticano della Segreteria per l’Economia si trova ora in Australia per difendersi in tribunale da accuse di abusi sessuali che egli avrebbe personalmente compiuto da sacerdote, accuse che egli respinge con fermezza.
Il rapporto australiano è choccante e indica come soluzione al problema della pedofilia tra il clero, la fine del celibato obbligatorio e del segreto confessionale, in modo da denunciare sempre notizie di molestie da parte di ecclesiastici. Il rapporto è stato condensato in 21 volumi. Secondo la Commissione governativa, è stata proprio l’insufficienza del diritto canonico a contribuire alle defaillance nella capacità di proteggere i bambini e nel denunciare o punire coloro che, nella Chiesa, si erano macchiati di crimini. La commissione ha esortato la conferenza episcopale australiana a chiedere al Vaticano di riformare la legge canonica per sciogliere i preti dal segreto confessionale. L'arcivescovo di Melbourne è intervenuto escludendo qualsiasi modifica in tal senso. «Il segreto confessionale è inviolabile».
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