Vaticano, code ai magazzini ma i sigari cubani contineranno a essere venduti

Vaticano, code ai magazzini ma i sigari cubani contineranno a essere venduti
di Franca Giansoldati
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Venerdì 5 Gennaio 2018, 18:12 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 22:15
Città del Vaticano - Giorno di saldi anche in Vaticano e, per l'occasione, interminabili file di gente in attesa di pagare alla cassa dei magazzini. Dal 10 % al 30 % in meno sull'abbigliamento femminile, lo stesso sconto viene applicato il reparto maschile, mentre per gli articoli per la casa, come piatti e servizi di porcellana, il ribasso è limitato ad alcuni oggetti. In ogni caso c'è convenienza anche perchè al di là del Tevere non si paga l'Iva. L'affluenza dei compratori si è fatta sentire già all'apertura, quando il parcheggio antistante il magazzino (che è ospitato nella bellissima palazzina liberty un tempo la vecchia stazione), si è riempito all'inverosimile di auto. Molte le macchine targate corpo diplomatico ma soprattutto tanti romani, generalmente i famigliari di dipendenti in possesso della tessera nominativa d'accesso.

Alla corsa per accaparrarsi oggetti di buona fattura o di marca a prezzi abbordabili, si è aggiunta una ulteriore spinta ai saldi, stavolta per comprare le ultime sigarette rimaste e svuotare il deposito di Marlboro e Merit, dopo che il Papa, alcuni mesi fa, ha stabilito che il piccolo Stato pontificio inaugurerà la filosofia no-smoking. Una regola che, ovviamente, vale per la vendita di tabacco ma non tanto per il consumo, visto che qualche fumatore ogni tanto si incontra ancora a fumare durante la pausa, all'esterno dei pontifici consigli o delle congregazioni. La regola iniziale di dismettere in toto la vendita delle sigarette e dei sigari è stata però mitigata, visto che si continueranno a trovare ancora i pregiatissimi sigari cubani, dai Cohiba, ai Montecristo e ad altre marche importate direttamente dall'isola caraibica.

Gli scaffali stamattina, raccontano alcune persone che sono andate per fare incetta delle ultime bionde, erano praticamente sguarniti, probabilmente per via delle vendite fatte durante le feste di Natale. Rimanevano sotto teche protette alcune scatole piuttosto costose di sigari cubani che continueranno ad essere venduti ancora. Solo per le bionde resta la proibizione. Chissà se il ripensamento ha a che fare con i bilanci di fine anno, visto che azzerare totalmente la vendita di tabacco significa perdere un introito complessivo di circa 10 milioni di euro l'anno. E in tempi di crisi forse anche al Papa non conviene. 
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