Papa Francesco al Laterano per gli 800 anni della nascita dei frati domenicani

Papa Francesco al Laterano per gli 800 anni della nascita dei frati domenicani
di Franca Giansoldati
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Venerdì 20 Gennaio 2017, 16:36 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 13:55
Città del Vaticano I “Cani del Signore”, i Domini Canes, i frati domenicani, compiono ottocento anni e, domani pomeriggio, nella basilica di San Giovanni in Laterano celebrerà il Giubileo dedicato alla nascita dell’ordine fondato da San Domenico da Guzman. Il 21 gennaio del 1217 Papa Onorio III, al Laterano dove risiedeva, promulgò la bolla “Gratiarum omnium largitori” con cui veniva riconosciuto ufficialmente la struttura. Un documento, quello di Onorio che arrivava solo pochi giorni dopo, la prima bolla di conferma dell’ordine dei predicatori (firmata sempre il 22 dicembre 1216 da papa Cencio Savelli) da parte della Sede Apostolica la “Religiosam vitam”. Al rito di sabato (in rappresentanza dei circa 5mila frati e 30mila suore) sarà presente il maestro dell’ordine dei domenicani il francese, Bruno Cadorè.

L'Ordine è stato fondato in Linguadoca per contrastare la diffusione del catarismo, la più importante eresia medievale: Domenico e i suoi compagni si attivarono per contrastare le dottrine eretiche sia attraverso la predicazione che attraverso l'esempio di una severa ascesi personale, vivendo in povertà totale. Poiché per confutare le dottrine eterodosse era necessario che i predicatori, oltre a essere esemplarmente poveri, avessero anche una solida preparazione culturale, i conventi domenicani divennero importanti centri di studi teologici e biblici.

Nel 1235 Gregorio IX affidò definitivamente l'Inquisizione ai domenicani anche se il privilegio sarà esteso da Innocenzo IV anche ai frati minori (1246). Nel 1478 i domenicani, sotto Sisto IV, contro ebrei e mori, rilanciarono in Spagna il tribunale dell’inquisizione e nel 1542 i gesuiti ripeterono l’operazione anche a Roma. A causa dell’Inquisizione, tanti ebrei furono massacrati e alcune ordinanze ne imposero la reclusione nei ghetti.

Per far funzionare l’Inquisizione, la Chiesa si avvalse del braccio secolare, cioè dello Stato; in Italia l’inquisizione arrivò anche a Milano, Napoli, Firenze, Venezia e fondò confraternite; l’ordine francescano fu sospettato d’eresia e fu costretto a fare ritrattazioni, i valdesi o poveri di Lione furono richiamati, altri furono costretti ad abiurare; tanti italiani, per sfuggire all’inquisizione, si rifugiarono in Germania ed in Svizzera, tra loro erano i valdesi.
 
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