Docu-film riapre il caso pedofilia di Lione e punta l'indice su Papa Bergoglio

Docu-film riapre il caso pedofilia di Lione e punta l'indice su Papa Bergoglio
di Franca Giansoldati
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Sabato 22 Luglio 2017, 14:26 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 13:40
Città del Vaticano - Le testimonianze choc di un docum-film non solo riaprono il caso Barbarin – il cardinale di Lione accusato di non avere fatto abbastanza nei confronti di un prete pedofilo – ma puntano il dito direttamente su Papa Bergoglio. Già, perché - è la domanda che fa da sottofondo al filmato - non è stato ancora realizzato il tribunale vaticano che avrebbe dovuto processare quei vescovi accusati di atteggiamenti omertosi verso gli orchi? Un progetto avanzato dalla Commissione pontificia per la tutela dei minori e approvato dallo stesso Francesco l'anno scorso ma poi finito misteriosamente nel dimenticatoio. “Dietro l'altare” è il titolo della sconvolgente inchiesta internazionale dello storico John Dickie sui casi di pedofilia nella Chiesa. Il filmato andrà in onda su laF (canale 139 di Sky) il 26 luglio alle 21,10 in prima tv mondiale. L'inchiesta si è sviluppata in Francia, in Italia, negli Stati Uniti, in Germania, in Honduras, in Argentina. «Vescovi e cardinali omertosi non solo non sono stati puniti ma sono stati pure promossi» ha spiegato l'autore.

Il viaggio di Dickie inizia da Lione e ha come sottofondo una frase di Papa Francesco («non dobbiamo tollerare gli abusi sui minori. Dobbiamo difendere i minori. Dobbiamo punire severamente gli abusatori»). A Lione davanti alle telecamere la vittima di padre Prenant, Alexandre Ezez, un uomo di 44 anni, documenta non solo come avvenivano le violenze quando era un piccolo scout, ma di come la Chiesa lionese abbia cercato di tacitare le cose per non creare scandali, tanto che a distanza di tanti anni Alexandre, scoprendo che padre Prenant era ancora prete e continuava indisturbato ad avere contatti con i bambini, contattà il cardinale di Lione Barbarin per informarlo. Per avvertirlo. Scoprendo così che dal 1991 la diocesi di Lione sapeva tutto dell'inclinazione pedofila di Prenant. L'orco aveva abusato bambini già dal seminario. Più di 70 denunce in tutto. «Eppure la diocesi non si è fatta promotrice di una linea severa a tutela dei bambini», certifica una giornalista del quotidiano cattolico La Croix che a sua volta in passato aveva condotto una approfondita inchiesta. Morale: padre Prenant solo l'anno scorso è stato sospeso a divinis ma il cardinale Barbarin è ancora saldamente al suo posto.

Il filmato nella parte italiana mette in evidenza come sia ancora impossibile avere dei dati certi sui preti che finora sono stati ridotti allo stato laicale a causa di problemi con la pedofilia. Poi si parla del clamoroso caso di don Inzoli, il prete di Cl che solo recentemente è stato ridotto allo stato laicale. In prima istanza Papa Bergoglio era intervenuto per impedire che fosse ridotto allo stato laicale. Di fronte alle testimonianze ha poi detto ai suoi collaboratori di essere stato informato male. «Chi lo ha informato male?» si chiede l'autore del filmato che subito dopo aggiunge. «Cosa vuole fare Papa Bergoglio con la pedofilia?».

 
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