Il Vaticano incoraggia i figli dei preti di tutto il mondo a uscire allo scoperto

Il Vaticano incoraggia i figli dei preti di tutto il mondo a uscire allo scoperto
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 30 Agosto 2017, 18:46 - Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 09:12

Città del Vaticano - Per come sono state gestite finora le cose  nella Chiesa si tratta di un cambiamento di mentalità radicale. Prima di provvedere a tutelare il buon nome della struttura ecclesiastica al fine di evitare scandali, si devono proteggere e aiutare a crescere bene tutti i bambini nati da relazioni con religiosi, parroci, vescovi. I figli dei preti da sempre invisibili iniziano ad avere una parvenza di legittimità. Sicuramente un mondo sommerso, sconosciuto ai più, dai contorni piuttosto estesi visti i casi che stanno emergendo grazie a una associazione internazionale (www.copinginternational.com) nata per opera di uno psicoterapeuta irlandese con la benedizione del vescovo di Dublino, Diarmud Martin. Alla morte della madre, Vincent Doyle, lo psicoterapeuta, scartabellando tra le carte della mamma defunta, individuò gli indizi per arrivare all’identità del suo vero padre, un parroco di una zona vicina e da sempre amico della sua famiglia. Lo shock iniziale ben presto lasciò spazio alla riflessione e alla curiosità di comprendere i contorni di un fenomeno piuttosto esteso. 

Con sua grande sorpresa, dopo alcuni tentativi fatti su Facebook, si rese conto che il mondo dei figli dei preti era una realtà concreta e misurabile, un mondo sofferente e bisognoso di aiuti e supporti, visto le persone coinvolte, che esattamente come lui, avevano sofferto o soffrivano degli stessi traumi dettati dalla vergogna, dal timore del rifiuto altrui, dalla solitudine. Il vescovo Martin incoraggiò il giovane a dare una struttura alla sua ricerca. Nel frattempo il sito e la task force che si stava formando riceveva l’appoggio anche della conferenza episcopale irlandese e, successivamente, dal cardinale di Boston, O’Malley – tra i primi a scendere in campo contro il fenomeno della pedofilia a fianco delle vittime degli orchi – e di Papa Francesco attraverso una lettera firmata dalla Segreteria di Stato.

In questi giorni il sito è stato contattato da persone di tutto il mondo dopo che il Boston Globe, il quotidiano dal quale partì la straordinaria inchiesta che portò a squarciare il velo sull’orrore dei preti pedofili negli Stati Uniti, ha pubblicato ampi resoconti sulla realtà dei figli dei preti. Per esempio sulla vicenda personale di Peter Murphy, un uomo che seppe di essere figlio di un vescovo diversi anni fa, quando era ancora un adolescente.  Nel frattempo i vescovi irlandesi hanno anche stilato un documento interno dedicato alle responsabilità dei sacerdoti che hanno generato figli nel corso del loro ministero. Tra le pagine si affrontano le necessità del bambino che, si legge, devono «venire per prime»; «un sacerdote, come ogni padre, deve far fronte alle proprie responsabilità – personali, morali, legali ed economiche». Va da se che se un parroco ha infranto il vincolo alla castità  deve fare fronte «alle proprie responsabilità». Considerazioni generiche e piuttosto semplici ma che, secondo l’arcivescovo Martin, evitano il protrarsi di situazioni dolorose e difficili. Nonostante non vi siano ancora regole ad hoc da parte della Santa Sede, il Papa ha già avuto modo di studiare la situazione quando era arcivescovo di Buenos Aires.

Nel libro scritto con il rabbino Abraham Skorka, Il cielo e la terra raccontò quello che gli era capitato in Argentina. «Se uno viene da me e mi dice che ha messo incinta una donna cerco di tranquillizzarlo e a poco a poco gli faccio capire che il diritto naturale viene prima del suo diritto in quanto prete.

Di conseguenza deve lasciare il ministero e farsi carico del figlio, anche nel caso decida di non sposare la donna. Perché come quel bambino ha diritto ad avere una madre, ha diritto ad avere un padre con un volto. Io mi impegno e regolarizzare tutti i suoi documenti a Roma, ma lui deve lasciare tutto. Ora, se un prete mi dice che si è lasciato trascinare dalla passione, che ha commesso un errore, lo aiuto a correggersi. Ci sono preti che si correggono e altri no».

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