Vaticano, lettere anonime di lavoratori esasperati: Papa Francesco aiutaci tu

Vaticano, lettere anonime di lavoratori esasperati: Papa Francesco aiutaci tu
di Franca Giansoldati
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Lunedì 24 Aprile 2017, 18:08 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 15:01

CITTA' DEL VATICANO I corvi sono tornati. Hanno ripreso a svolazzare nei cieli del Vaticano quando non se lo aspettava più nessuno. Stavolta, però, le lettere anonime non sembrano ispirate da cospirazioni o disegni destabilizzanti. Piuttosto, dal cattivo umore di chi, tra i lavoratori del governatorato Vaticano, accusa i suoi superiori di immobilismo, di mobbing, di incapacità nel tutelare un buon clima lavorativo. Gli autori della missiva, recapitata a diverse strutture al di là del Tevere, si firmano i «dipendenti di quello che è rimasto dello Stato della Città del Vaticano, amministrato purtroppo da serpenti mascherati da colombe, mentre il Vangelo recita siate astuti come serpenti e puri come colombe, Matteo 10,16».

Al centro delle lamentazioni c’è la struttura numero uno, il Governatorato, dal quale dipendono diversi uffici sensibili: la numismatica, i musei, il reparto giardini, la Floreria, la gendarmeria, i magazzini, le pulizie, il funzionamento dei tribunali. Ed è e' proprio in quel palazzone ottocentesco che in questi ultimi tre anni si sarebbero concentrati, stando alle accuse dei lavoratori, problemi strutturali, stranezze gestionali, mancanza di umanità nelle relazioni personali e una buona dose di opacità nei comportamenti. E' vero quel che viene denunciato? E chi sono «i dipendenti governati dai vertici del Governatorato» che nelle lettere si dicono «stanchi» di questa situazione? In realtà gli autori delle lettere si celano dietro l’anonimato per paura di ritorsioni.
Solo due settimane fa, il Papa in persona è dovuto intervenire, in modo assolutamente inusuale, considerata la gravità della situazione: c'era da risolvere in via definitiva il caso di un funzionario, Eugenio Hassler, ritenuto responsabile di mala gestione e di mobbing verso i sottoposti tale da seminare terrore tra gli uffici. Bergoglio aveva chiesto ai vertici del Governatorato di licenziarlo o di trovargli una adeguata sistemazione altrove, ma né il cardinale Bertello, né l’argentino monsignor Vergez avevano preso iniziative. La lettera inviata in questi giorni fa intendere che, secondo L' opinione dei lavoratori sul piede di guerra, nemmeno l’allontanamento di Hassler basterebbe a riportare correttezza e armonia contro quelle che descrivono come malefatte di una «oligarchia».

E poi c' e' il capitolo assunzioni: la denuncia narra di casi ritenuti singolari, come, per esempio, l’assunzione di un biologo al Tribunale. «Cosa centra un biologo con un Tribunale?», si chiedono gli autori delle lettere. E insinuano: il neo assunto sarebbe figlio del medico di un cardinale, di cui «lo stesso alto prelato succitato sarebbe stato il segretario».  Secondo i corvi, le assunzioni sarebbero state  «accelerate o rallentate o addirittura bloccate» in virtù del fatto che riguardassero o meno persone conosciute. Come la figlia di un usciere, il figlio di un addetto al protocollo. Eppure, nonostante i tentativi di sdrammatizzare da parte di alcuni esponenti delle gerarchie vaticane, queste situazioni, stando alla lettera, avrebbero creato malessere, tensioni, disagi, delusioni, malumori. Il testo della missiva è sul tavolo di Papa Francesco, il quale una volta informato, aveva già sollecitato interventi per migliorare il clima e la struttura. Non è bastato. E tuttavia ogni speranza e' riposta ancora una volta in lui.
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