«Sulla base dei documenti che ho - spiega a Il Messaggero - sono in attesa di espletare il servizio e credo di poterlo espletare al meglio. Se poi saremo inadempienti, il Comune potrà avvalersi delle fideiussioni e di quanto abbiamo rilasciato. Abbiamo fornito tutti i documenti e dato tutti gli atti che il Comune ci ha richiesto, oltre alla più ampia disponibilità per il trasporto di cani con mezzi autorizzati e personale specializzato. Se in Italia una ditta che partecipa a un bando pubblico e lo vince con il massimo del punteggio, sia per l'offerta tecnica che economica, fornisce tutti i requisiti e subisce un'angheria di questo tipo, è la fine».
Anche la distanza e la possibilità di fare adozioni, per Locapo sarebbe un falso problema. «Se il Comune - aggiunge - deciderà di revocarci l'assegnazione, non resteremo a guardare e, se ci saranno le condizioni, ricorreremo al tribunale amministrativo regionale del Lazio. Rispetto poi alle adozioni, nulla vieta che possano essere eseguite da noi, che in media ne facciamo 140 l'anno, tutte documentate. Anche il fatto che i cani debbano stare nel Lazio è relativo, visto che attualmente sono in Umbria».