Fara Sabina, rette dell'asilo nido care
senza sostegno dal Comune:
rischio licenziamenti e chiusura

Un asilo nido (archivio)
di Raffaella Di Claudio
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Martedì 27 Giugno 2017, 15:22
FARA SABINA - L'asilo nido comunale Lo Scarabocchio si avvia veloce verso la chiusura che, se le cose non cambieranno e l'Ente non rispetterà gli impegni presi con le famiglie, si tradurrà nella perdita di un servizio e di 10 posti di lavoro. Il sindaco Davide Basilicata aveva promesso, il 13 giugno, davanti ad una folta platea di genitori, che avrebbe rivisto le rette del nido schizzate alle stelle, ma ad oggi non esistono documenti ufficiali a sostegno di quelle parole. Nonostante la proroga delle iscrizioni al 15 luglio, all'ufficio protocollo del Comune si sono iscritti, per l'anno scolastico 2017/18, solo cinque bambini, su 45 posti disponibili. Un numero che, se non aumenterà, rende impossibile l'avvio del servizio. Una situazione drammatica che ha spinto l'associazione Virtus Italia capofila di una Ati, che gestisce il nido, ad avviare la procedura di licenziamento collettivo che prevede una fase con i sindacati e una amministrativa.

IL PERCORSO
La procedura viene avviata in via preventiva, poiché l'associazione in queste ore sta navigando a vista e, a parte le rassicurazioni verbali dell'amministrazione, non ha idea di quale futuro l'attenda. La procedura potrà essere interrotta qualora l'Ente reperisca i fondi utili a riattivare la compartecipazione e rimodulare le fasce, passando dalle tre attuali alle cinque promesse. E a patto che le iscrizioni tornino a crescere. Ma ad oggi l'unico atto ufficiale intercorso tra il Comune e la Virtus, è una lettera del 12 giugno con la quale si chiede la revisione del contratto. «Facendo seguito a colloqui intercorsi per le vie brevi - si legge nella missiva - avuti a seguito dell'avvenuto ricorso del Comune di Fara Sabina alla procedura di riequilibrio finanziario (quindi a differenza di quello che dice il sindaco il buco in bilancio c'entra eccome, ndr) si chiede la disponibilità dell'associazione a gestire il servizio in regime sperimentale di concessione e non di appalto di servizio così come contrattualizzato». Proposta che scaricherebbe tutto il peso sulle spalle dell'associazione e come tale ritenuta inaccettabile dalla Virtus.
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