Rieti, «Truccò il Suv, è omicidio stradale»

L'incidente
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Martedì 28 Marzo 2023, 00:10

RIETI - Aveva trasformato il suo fuoristrada Land Cruiser della Toyota in un modello ultrapotente. Un mostro di potenza. Peccato che il mezzo non avesse la necessaria revisione e il proprietario - il 35enne Claudio Serani di Rieti, residente ad Antrodoco - sembra anche lo avesse affidato nelle mani della giovane 23enne studentessa aquilana, Cecilia Marottoli, considerata guida inesperta per la potenza che sprigionava quel tipo di veicolo.

La svolta. Giunge a una prima svolta il caso dell’incidente accaduto nel luglio del 2019 in una strada sterrata e in forte pendio, tra Rocca di Corno e Piano della Mozza. La Procura ha ora chiesto il processo per il reato di omicidio stradale nei confronti del 35enne reatino, assistito dall’avvocato Stefano Marrocco.
Che alla guida della Toyota ci fosse la giovane aquilana non è stato dimostrato. Lo ha asserito in più occasioni, tutte le volte che è stato ascoltato, il 35enne reatino Claudio Serani e anche i carabinieri che hanno svolto i rilievi, nel verbale di accertamento dell’incidente hanno riportato, neo su bianco, che alla guida ci e il ragazzo di Antrodoco le fosse accanto.

Le alternative. Ma per la procura di Rieti chi fosse alla guida del mezzo non è determinante e non esime comunque l’antrodocano dalle sue responsabilità.

Il pubblico ministero titolare del fascicolo, nella richiesta di rinvio a giudizio, ha ipotizzato infatti entrambe le possibilità: l’una che il veicolo fosse condotto dall’indagato, responsabile quindi in prima persona del decesso della ragazza, l’altra dalla vittima, come sostenuto dallo stesso giovane e dai carabinieri nel verbale di intervento. Un’alternativa che per la procura di Rieti pone di fatto Claudio Serani ugualmente responsabile della morte della sua amica, in quanto, anche se non fosse stato lui al volante, non le avrebbe potuto e dovuto far guidare un mezzo modificato e ultra potenziato, perché la sua giovane amica era inesperta anche del tratto di strada sterrata ed impervio che in quel momento si stava percorrendo, per di più con un fuoristrada che non era stato revisionato.

La dinamica. Chiunque fosse stato alla guida della Toyota, perse poi il controllo e il fuoristrada - dopo un salto di circa 13 metri - era atterrato al suolo per poi rimbalzare e successivamente compiere una rotazione, terminando infine la corsa in posizione capovolta con il tettino a contatto del terreno. Quando sul posto erano giunti i soccorritori, la giovane dava ancora qualche flebile segno di vita. 
Intubata e rianimata dal medico del Soccorso alpino e speleologico (Cnsas) arrivato dall’Aquila, Cecilia era purtroppo deceduta quasi subito per le gravi ferite riportate. Claudio Serani era invece stato trasferito all’ospedale dell’Aquila non in gravi condizioni. 
A tutelare gli interessi dei genitori della ragazza sono gli avvocati abruzzesi Teresa Di Rocco ed Antonio Valentini che hanno sollevato nel corso delle indagini preliminari una importante negligenza del ragazzo, blindandolo alle sue responsabilità penali. Negligenza diretta, ravvisabile da parte del Serani se era lui alla guida del mezzo. Indiretta nel caso avesse affidato il mezzo alla 23enne aquilana, guida inesperta per la potenza del mezzo e le condizioni di estrema pericolosità del tratto che stava percorrendo.

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