Rieti, Sabina Universitas a un bivio
ricapitalizzare o chiudere l'attività

Rieti, Sabina Universitas a un bivio ricapitalizzare o chiudere l'attività
di Alessandra Lancia
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Domenica 23 Luglio 2017, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 12:34
RIETI - Sabina Universitas al bivio, tra ricapitalizzazione e messa in liquidazione. A mettere l’assemblea dei soci con le spalle al muro è l’uscita dal consorzio della Provincia, un credito di 1 milione e 200mila euro che balla e il codice civile che impone, in caso di capitale sociale eroso dai debiti, di ricapitalizzare o liquidare. «Siamo a un passaggio molto delicato – ammette il direttore generale Daniele Mitolo – Il 28 si pronuncerà a riguardo l’assemblea dei soci ma confido che ci siano le condizioni per andare avanti».

Gli osservati speciali sono sostanzialmente due, la Fondazione Varrone e il Comune di Rieti, che insieme alla Provincia detenevano ciascuno il 24% del capitale della Sabina Universitas (il restante 28% è suddiviso tra Camera di commercio, Asi, Asl, Ordine degli ingegneri e altri piccoli soci, ndr). Ma più di tutti – ora che la Provincia suo malgrado si prepara a sfilarsi, non senza aver lasciato in dote la sede dei Geometri - è alla Fondazione che si guarda per capire se il polo universitario reatino possa sperare in un futuro oppure no.

IL POST DI MELILLI
Ieri a chiamare pesantemente in causa l’ente di Palazzo Potenziani è stato l’onorevole Fabio Melilli, con un post su facebook: «Mi dicono che la Fondazione Varrone avrebbe deciso di chiedere la messa in liquidazione del Consorzio universitario reatino. Una scelta molto grave che porrà fine all’esperienza universitaria del nostro territorio. Di fronte alle difficoltà di Comune e Provincia a continuare a sostenerlo, ho sperato che la Fondazione assumesse su di sé gli oneri non rilevantissimi per il suo finanziamento, che rientra pienamente tra le finalità della Fondazione. Spero che da parte delle istituzioni locali e dei loro rappresentanti in seno alla Fondazione ci sia la presa di coscienza che Rieti non può permettersi un impoverimento della sua offerta formativa in un tempo così difficile».

LA FONDAZIONE VARRONE
«Capisco l’interesse dell’onorevole Melilli per la nostra Università, non capisco questo attacco alla Fondazione Varrone – la replica secca del presidente Antonio Valentini – Primo, non siamo noi a valutare la messa in liquidazione del consorzio ma è l’assemblea dei soci della Sabina Universitas a farlo, coerentemente con una situazione debitoria molto pesante e con le prescrizioni a riguardo del codice civile. Sarebbe grave e illegittimo non farlo. Quanto alla Fondazione Varrone, l’orientamento è opposto, essendoci la piena disponibilità a ricapitalizzare la nostra quota. Certo, non possiamo essere gli unici a farlo, non fosse altro perché il capitale che in questa fase serve per ripianare il buco che lascia la Provincia assorbirebbe quasi per intero la cifra che noi ogni anno investiamo sul territorio. Noi vogliamo continuare a mandare avanti l’Università ma la nostra unica volontà non basta e non bastano le promesse degli enti di rifinanziare il consorzio: bisogna farlo». E farlo entro il 28 luglio.
 
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