L’AMIANTO
Muovendo qualche passo nei piccoli sentieri, tra foglie e rovi, si arriva a una voragine, tanto profonda da essere stata probabilmente realizzata con un mezzo meccanico, forse un piccolo escavatore. All’interno, coperte a metà dalle foglie, ci saranno, ad occhio e croce, una cinquantina di lastre ondulate di eternit. Forse di più, la profondità del buco e i detriti che le ricoprono non permettono di conteggiarle con esattezza. Più facile contare le 14 lastre ondulate, sempre in amianto, abbandonate poco più in là, direttamente sul terreno. Tutto intorno, sono ingombranti, sacchi di rifiuti indifferenziato e chi più ne ha ne metta.
I CONTROLLI
La gravità della situazione riporta in auge il tema dei controlli del territorio che dovrebbero essere assicurati anche dal Comune attraverso il corpo di polizia municipale, che, però, come è noto, è sottorganico. Meno di un mese fa l’assessore all’Ambiente, Tony La Torre festeggiava via Facebook la bonifica di alcune discariche abusive. Ma Fara Sabina, evidentemente, si conferma ancora troppo vasta per essere coperta capillarmente.
L’ISOLA CHE NON C’è
La mancata realizzazione dell’isola ecologica, che sarebbe dovuta essere realizzata in concomitanza con l’avvio della differenziata, complica chiaramente la situazione, rendendo difficoltoso lo smaltimento di rifiuti ingombranti solo attraverso il servizio a domicilio che ha inevitabilmente tempi lunghi.
LA BONIFICA
Il boschetto non è recintato e trovandosi a ridosso di un corso d’acqua, con molta probabilità è pubblico. Quindi a questo punto: chi e quando interverrà per effettuare la bonifica che, soprattutto per la rimozione dell’eternit, si annuncia molto costosa?