Roma, Raggi impugna la seconda ordinanza di Zingaretti sul lago di Bracciano

Raggi (Ansa)
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Venerdì 4 Agosto 2017, 16:57 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 17:12
Virginia Raggi come sindaco di Roma capitale ha impugnato il provvedimento firmato dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti la scorsa settimana con cui è stato tra l'altro posticipato lo stop alle captazioni dal lago di Bracciano scongiurando il rischio di razionamento dell'acqua nella capitale. Lo riporta Omniroma.

Il primo cittadino capitolino si è rivolto al giudici del Tribunale superiore delle Acque pubbliche chiedendo l'annullamento, previa sospensione, dell'ordinanza di Zingaretti del 28 luglio con cui è stato ridotto a 400 litri al secondo il prelievo di acqua dal lago di Bracciano, invece della prassi adottata finora di 1.100 litri al secondo. Il primo cittadino, a quanto si è appreso, chiede un provvedimento cautelare «inaudita altera parte» contestando il «difetto di attribuzione» e quello di «istruttoria».

La nuova ordinanza della Regione Lazio, preparata d'intesa con il governo, sposta i termini al 1 settembre. Il nuovo provvedimento prevede l'azzeramento progressivo dei prelievi del lago di Bracciano, riserva idrica della Capitale nei momenti di emergenza. A inizio settembre, appunto, non sarà più possibile nessun prelievo da parte dell'Acea. In precedenza il governatore del Lazio aveva firmato un'ordinanza con cui bloccava le captazioni e che era stata impugnata davanti allo stesso tribunale da Acea Ato2.

In quell'occasione il tribunale aveva respinto la richiesta cautelare «evidenziato che la dedotta impossibilità di effettuare l'inevitabile turnazione nell'erogazione del servizio di distribuzione dell'acqua a parte dei cittadini del comune di Roma Capitale appare una conseguenza non imposta in via esclusiva dall'ordinanza impugnata da quest'ultima invero - si leggeva nel provvedimento - si evince che Acea Ato2 potrà adottare 'misure compensativè per contrastare gli effetti dell'azzeramento del prelievo in contestazione, con ciò volendosi riferire alla possibilità di individuare, eventualmente con l'ausilio di altre autorità competenti in materia, anche altri rimedi purchè compatibili con il veduto divieto di prelievo».
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