Roma, Gennaro è il nuovo assessore alle Partecipate

Roma, Gennaro è il nuovo assessore alle Partecipate
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Giovedì 12 Ottobre 2017, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 16:53
«L'assessore Massimino Colomban ha rassegnato le dimissioni e la sindaca ha proceduto alla nomina di Alessandro Gennaro ad assessore alle Partecipate». Lo ha comunicato in apertura della seduta del consiglio comunale, il presidente dell'assemblea capitolina, Marcello De Vito (M5S). Il cambio al vertice dell'assessorato alle Partecipate era previsto e preannunciato da tempo. Per questo doveva essere un annuncio veloce e senza intoppi.

Ma così non è stato:  la seduta dell'Assemblea Capitolina è stata sospesa dopo un richiamo al regolamento fatto dalla capogruppo del Pd Michela Di Biase che ha chiesto che la sindaca Virginia Raggi venga in Aula a riferire sulla nomina del nuovo assessore alle Partecipate Alessandro Gennaro, che sostituisce Massimo Colomban. «Nel caso di nomina di un nuovo assessore il regolamento prevede che al primo consiglio utile il sindaco viene in Aula a riferire - ha detto Di Biase - Ora so che ne cambiate uno al mese ma la sindaca è tenuta a venire a riferire. Io la prego - ha detto rivolgendosi al presidente dell'Aula Marcello De Vito - di interrompere i lavori fino all'arrivo di Raggi altrimenti stiamo facendo un Consiglio totalmente fuori dal regolamento». «Il suo richiamo è fondato - ha replicato De Vito - la seduta è sospesa in attesa dell'arrivo della sindaca».

Dopo poco, l'arrivo in aula della sindaca e il breve intervento in cui ha annunciato ufficialmente la nomina: «Informo l'Assemblea che ho proceduto alla nomina di Alessandro Gennaro ad assessore alle Partecipate, prende il posto di Massimo Colomban, che ringrazio per il lavoro svolto, ha portato al piano di razionalizzazione delle società partecipate, un lavoro mai svolto prima. Ora prosegue il lavoro per rendere le nostre aziende sempre più efficienti per i cittadini».
Intanto su Twitter la consigliera comunale Pd Ilaria Piccolo commenta: «Gennaro nuovo Assessore a Partecipate. Lo comunica De Vito e la #Raggi? Sta ancora a capì chi è rimasto e chi se ne è andato».

Dopo il passaggio di consegne, l'ex assessore ha fatto sapere con una lunga nota di fine mandato che:
ha «rifiutato interviste nell'anno in cui sono stato assessore in Roma Capitale poiché volevo evitare strumentalizzazioni o affermazioni premature, ma ora che il mio ruolo in Roma Capitale è finito mi sento di poterlo fare. Con il 29 settembre l'Assemblea Capitolina ha approvato il Piano di Riorganizzazione delle Partecipate, che passeranno da 31 a 11 con un risparmio di decine di milioni/anno; riorganizzazione eseguite per il 20-30% nel primo anno e che verranno completate nei prossimi 2-4 anni dal mio successore con il Gdl, Dipartimento e Staff dell'assessorato». E ancora: «Non voglio fare critiche sul difficile lavoro (full time) che la sindaca con molti degli assessori e consiglieri stanno facendo: si stanno impegnando molto con abnegazione e sacrificio. Sul metodo ed organizzazione ognuno ha le proprie esperienze e la propria professionalità; mi limiterò quindi a dare il mio personale punto di vista sperando possa essere utile a qualcuno. Finché i mezzi di Ama ed Atac in buona parte obsoleti e da rottamare non verranno sostituiti, e per sostituirli servono risorse per centinaia e centinaia di milioni di euro, Roma non può arrivare ad uno standard di Servizi di Nettezza Urbana e/o dei Trasporti alla pari delle grandi città del Nord». Per capirci: «La situazione trovata in Roma Capitale e nelle sue partecipate era, e purtroppo in alcune aree ancora permane, molto difficile e compromessa: non sarà facile metterci rimedio per delle condizioni oggettive che ho illustrato esaurientemente più volte nelle conferenze stampa e in Facebook. Non si può avere la qualità dei servizi di Milano, tanto per fare una comparazione quando le risorse pro capite sono la metà ed il territorio da servire 7 volte più esteso - aggiunge - la densità 3,5 volte inferiore e quindi i servizi più dispersivi; la lunghezza delle strade è 4-5 volte più estesa; i rifiuti in Kg/persona e le pulizie da provvedere sono il 30% in più poiché in Roma vengono servite giornalmente circa 4 milioni di persone a fronte di 2,8 milioni di cittadini paganti. Se non premettiamo questo, se non esaminiamo e compariamo prima i numeri: dati, fatti, qualsiasi critica rischierebbe di diventare inconsistente o fuorviante. Fintantoché Roma non avrà almeno 1 miliardo (ma per essere alla pari con Milano ne necessiterebbero due) di maggiori risorse per le infrastrutture e servizi non riuscirà a fare miracoli».

Ma per Colomban anche i romani hanno colpe. Ecco il passaggio: «È vero, indiscusso e provato che anche i cittadini romani hanno delle colpe e delle brutte abitudini e devono necessariamente cambiare: molti non pagano il biglietto e questo incentiva altri a non farlo causando danno enorme, solo in parte pagano le multe e/o le tasse ma se anche tutti pagassero con le percentuali di Milano il recupero non sarebbe purtroppo sufficiente, ma è doveroso che si paghi per un servizio. Così come i 24.000 dipendenti di Roma Capitale devono produrre almeno il 20-30% in più - aggiunge - e questo si potrà ottenere con leggi sul lavoro che premino la meritocrazia, disincentivino le assenze, e su questo istituzioni e sindacati hanno delle responsabilità e inoltre devono innovarsi».
Quanto a risorse e proposte per rilanciare la Capitale,
secondo l'ex assessore, serve «un riallineamento fra risorse e spese: i 15 miliardi di euro di disavanzo sul bilancio comunale non sono il 100% conseguenza di mala-gestio o ruberie, forse un 10-20 o 30%? Ma l'altro 70%, oltre 10 miliardi di euro, sono un deficit di risorse che Roma dovrà avere per ritornare ad essere una Capitale all'altezza delle altre ed alcune proposte di sviluppo da attuare nel Roma Capital Mundi».
A proposito di Roma Capital Mundi Colomban spiega che si tratta di «un progetto di rilancio di Roma, che ho coordinato con sindaca ed assessori, ma che da aprile è stato dalla sindaca avocato a sè. Roma ha le condizioni per rinascere e per sviluppare una evoluzione virtuosa simile o migliore della Silicon Valley».


Infine, un passaggio sul  M5S,  «è una forza giovane, irruenta, innovatrice che però deve trovare il modo di evolvere verso la indispensabile professionalità e capacità governativa; molte idee sono futuribili e condivisibili, come l'economia circolare dello zero rifiuti, la mobilità elettrica, l'autoproduzione energetica sostenibile, una logistica meno inquinante, la difesa delle identità e produzioni locali, uno sviluppo compatibile e sostenibile..ecc; avendo fondato nel 1999 il Kyoto Club credo e sostengo da sempre questi valori. Il Movimento deve cercare di perseguire l'innovazione con pragmatismo e gradualità senza danneggiare l'economia. Riguardo a questi temi ho purtroppo riscontrato molte opinioni divergenti, forse alcuni sperano nel tanto peggio per l'Italia tanto meglio per il Movimento, queste idee mi spaventano poiché sono l'opposto di ciò che un operatore pubblico o politico dovrebbe fare: per prima cosa pensare al bene dell'Italia, della sua economia ed al benessere dei propri cittadini».
 
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