Atac, guerra sui debiti: Raggi vuole silurare il dg Rota

Atac, guerra sui debiti: Raggi vuole silurare il dg Rota
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 28 Luglio 2017, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 16:32

Il manager venuto da Milano, col placet della Casaleggio Associati, per risanare la malandata partecipata dei trasporti romani, sembra ormai con un piede fuori dall’Atac. L’avventura di Bruno Rota nella municipalizzata del Campidoglio è vicina al capolinea, dopo uno scontro con il M5S sui disastrati conti dell’azienda e soprattutto sulle strategie da mettere in atto per risanarli. «Non c’è più fiducia, il rapporto si è rotto», trapelava ieri dagli uffici della sindaca Virginia Raggi, che dopo avere cambiato 3 amministratori in un anno al vertice dell’azienda dei rifiuti, l’Ama, ora potrebbe essere chiamata ad avvicendare il terzo direttore generale nella società dei trasporti da quando i Cinquestelle hanno scalato il Campidoglio.

«ERRORI DEI CINQUESTELLE»
Rota, scelto ad aprile dal M5S con una selezione aperta, da inizio luglio aveva iniziato a denunciare la gravissima situazione finanziaria trovata nella municipalizzata romana. Il 10 luglio scorso, in una riunione riservata con i Cinquestelle svelata dal Messaggero, Rota aveva detto: «Sono sincero: il M5S a Roma ha sbagliato. Secondo me, l’amministrazione Raggi doveva denunciare la situazione dell’Atac un anno fa, appena eletta». La situazione debitoria, denunciava Rota, «ormai è insostenibile: presto dovremo prendere delle decisioni nette». Concetti ribaditi, a microfoni aperti, in due interviste pubblicate ieri. Ed è deflagrata la crisi con i Cinquestelle.

Il presidente della Commissione comunale Mobilità, il grillino Enrico Stefano, ha replicato duro: «Abbiamo dato a Rota carta bianca. Il mero elenco dei problemi non è sufficiente, magari in questi tre mesi poteva cominciare a dare dei segnali, rimuovendo i dirigenti responsabili del disastro, come lo abbiamo invitato a fare più volte». Replica del diggì: «Più che di dirigenti da cacciare, lui e non solo lui, mi hanno parlato di giovani da promuovere. Velocemente. Nomi noti. Sempre i soliti». E ancora: «So del vivo interesse del consigliere Stefàno alle soluzioni della società Conduent Italia, che si occupa di bigliettazione e che mi ha invitato ad incontrare più volte».

Accuse molto pesanti, che sembrano paventare pressioni per appalti e promozioni ingiustificate. Tanto che le opposizioni, da destra a sinistra, iniziano a chiedere le dimissioni di Stefàno. Il senatore Andrea Augello (Idea) oggi presenterà un esposto in Procura. «I magistrati indaghino sulle raccomandazioni di Stefàno», chiede anche il deputato del Pd, Michele Anzaldi, membro della commissione Trasporti della Camera.

A questo punto la frattura con i Cinquestelle è marcata. I consiglieri della maggioranza di Virginia Raggi iniziano ad attaccare il manager in batteria: «Se Rota, come sembra, non se la sente di risanare Atac, noi non lo tratteniamo», attaccano i grillini. E ancora: «É intollerabile che Rota denunci ciò che lui stesso non ha fatto».

IL SUMMIT
Fino a notte la sindaca Raggi si è riunita con l’assessore ai Trasporti, Linda Meleo, restando in contatto anche con Milano (l’entourage di Casaleggio) per trovare un’exit strategy. L’ipotesi che circolava ieri in Campidoglio era quella di ritirare le deleghe al direttore generale, per costringerlo alle dimissioni. Ma a quel punto la palla passerebbe a Rota. Il licenziamento, d’altronde, potrebbe costringere il Comune a sborsare una sostanziosa buonuscita, considerando che il manager, ad aprile, ha firmato un contratto di 36 mesi.

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