Atac, nuova grana per Raggi: la Procura indaga sulle nomine

Atac, nuova grana per Raggi: la Procura indaga sulle nomine
di Adelaide Pierucci
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Giovedì 9 Novembre 2017, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 09:02
Nuovo ciclone nomine in vista per la sindaca Virginia Raggi. La Procura ora indaga sull'attuale cda di Atac, mandati e retribuzioni comprese. A Piazzale Clodio è stato aperto un fascicolo, per ora senza ipotesi di reato, dove è stata subito acquisita l'ordinanza con la quale la sindaca ad agosto ha formalizzato la nomina del consiglio di amministrazione della municipalizzata dei trasporti, un atto che potrebbe trasformarsi in una polveriera. Nell'ordinanza in primis il nome di Paolo Simioni, l'attuale presidente, ad e dg di Atac, la cui triplice investitura è stata appena giudicata regolare dall'Anac. Seguito da quello dei nuovi consiglieri di amministrazione, Cristiano Ceresatto (allora capo staff dell'assessore alle Partecipate Massimo Colomban) e Angela Sanzonetti. L'ordinanza della sindaca è stata acquisita dagli agenti della Anticorruzione della Mobile su ordine della procura assieme agli atti relativi alle rispettive retribuzioni. Lo stesso provvedimento è scattato pure per le posizioni dell'ex amministratore unico, Manuel Fantasia, e per Bruno Rota, ex direttore generale da aprile fino alle dimissioni di agosto.

IL SEQUESTRO
I documenti, in particolare buste paga, degli attuali big e degli ultimi manager in carica della municipalizzata, sono stati sequestrati e rischisti al capo del personale, su ordine del sostituto procuratore Francesco Dall'Olio. Lo stesso magistrato che, insieme al procuratore aggiunto Paolo Ielo, ha sollecitato il processo con l'accusa di falso per la sindaca nell'ambito del primo filone nomine, ossia quella che aveva portato a capo del dipartimento Turismo del Campidoglio Renato Marra, fratello di Raffaele, l'ex capo del Personale capitolino, suo fedelissimo, finito poi arrestato e sotto processo per corruzione. Al vaglio degli inquirenti in particolare la nomina senza bando e per 240.000 euro annui (con la durata di tre anni) per il super manager Simioni. La sua posizione ad ogni modo è già stata passata al setaccio dell'Anticorruzione che non ha ravvisato incompatibilità tra le tre cariche pubbliche ricoperte. Simioni ha infatti rinunciato ai circa 70.000 euro annui da consigliere di amministrazione in Atac mantenendo comunque uno stipendio cospicuo, appunto 240.000 euro. Unico appunto, sollevato dall'autorità nticorruzione rappresentata da Raffaele Cantone, un ipotetico conflitto di interesse per altri incarichi esterni su cui è stato dato compito al responsabile Anticorruzione dell'Atac di valutare: Simioni siede anche nel cda di due grandi aziende di Infrastrutture.

LA DELIBERA
L'indagine è partita da un esposto presentato dai consiglieri comunali di Fratelli d'Italia Fabrizio Ghera e Andrea De Priamo. All'indomani della costituzione del cda e della nomina del manager hanno messo nero su bianco le ipotesi di illegittimità delle procedure amministrative e portato tutto a piazzale Clodio. Con una deliberazione, la 174 del 1 agosto 2017, secondo l'esposto, in Campidoglio, sarebbero stati riparametrati i compensi del neo costituito collegio prevedendo: 52.008,7 euro per il presidente del cda e 27.000 per i due consiglieri. Il giorno seguente, con l'ordinanza del sindaco appena acquisita in procura, la Raggi avrebbe formalizzato le nomine dei tre componenti del consiglio e del presidente. Che poi ha assunto anche la carica di amministratore delegato (altri 40.239,20 annui) e di direttore generale.