Tavolo per la Capitale, Calenda: «La Raggi impari a spendere». M5S: «Falso»

Tavolo per la Capitale, Calenda: «La Raggi impari a spendere». M5S: «Falso»
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 27 Novembre 2017, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 23:03

Lo scontro ormai è detonato e si combatte con accuse incrociate di «sciovinismo» ma anche più prosaicamente di «fuffa». Certo è che il ministro Carlo Calenda tiene il punto sui rimproveri a Virginia Raggi e continua a chiedere che il Campidoglio batta un colpo per far ingranare il Tavolo anti-declino per Roma. La sindaca, stavolta, manda avanti i suoi e dal M5S parte una batteria di dichiarazioni con lo stesso spartito: Calenda, è l'accusa, la butta «in confusione», soprattutto non mette sul piatto fondi che alle malconce casse del Comune di Roma farebbero comodo. Sotto la ridda di addebiti e recriminazioni, intanto il Tavolo qualche frutto lo comincia a dare. Per esempio sul commercio della Capitale: nonostante le polemiche tra i rispettivi titolari, ministero dello Sviluppo e Campidoglio collaboreranno per disincagliare il pantano della burocrazia romana, con una task-force per sbloccare oltre 800 pratiche sul malcostume del «tavolino selvaggio» (cioè i dehors illegali che invadono il cuore di Roma) e un pattuglione interforze passerà al setaccio pizzerie e ristoranti in odore di abusi. Obiettivo: velocizzare l'iter delle sanzioni. I fondi: 14 milioni di euro finanzieranno la rete di semafori intelligenti in 14 direttrici della Città eterna (dall'area intorno alla stazione Termini all'Ostiense), altri 8 milioni pagheranno l'installazione di 50 varchi elettronici per controllare gli accessi in centro storico, 20 milioni serviranno a costruire 7 nodi di scambio tra trasporti pubblici e privati e si punta a consolidare l'offerta culturale puntando sui gioielli archeologici di Roma, esaltando con la tecnologia la «realtà aumentata» del Foro romano e dei Fori imperiali.

IL DOSSIER
D'altronde il dossier che ha preso corpo nell'ultima seduta del Tavolo per Roma è di quelli consistenti. Si sviluppa in cinque filoni (competitività, energia e mobilità sostenibile, interventi settoriali per occupazione e produzione, turismo, riqualificazione urbana) e calcola un investimento che, tra il 2018 e il 2022, ammonterà a 1 miliardo e seicento milioni: 1,2 miliardi sono già coperti e 420 milioni sono in corso di «finalizzazione». In città dovrebbero nascere quattro hub: dell'aerospazio, dello sport, dell'industria creativa e scienze della vita.
Fondi e idee ci sono, quello che manca, secondo il ministro Calenda, è l'impegno del Campidoglio grillino. E ieri lo ha ribadito, sia su Twitter che in tv, ospite di Giovanni Minoli su La7. «Dire che al tavolo su Roma Raggi si comporti come una turista per caso non è un insulto maschilista. Rispondere a muso duro è legittimo. Nascondersi dietro accuse di sciovinismo no». E ancora. «Raggi si lamenta continuamente dei soldi ma il vero problema è spenderli e fare accadere le cose altrimenti sono tutte chiacchiere». Chiacchiere? Dal M5S romano ribaltano la prospettiva e rilanciano con la «fuffa»: «Calenda la butta in confusione - cinguetta Paolo Ferrara, capogruppo del M5S in Campidoglio - Dei fondi non c'è traccia. Questo marketing politico a Roma lo chiamiamo fuffa». E sulla stessa traccia si muovono altri consiglieri grillini di Roma.

Calenda da parte sua passa il pomeriggio a replicare punto su punto a chi lo attacca su Twitter. «Questo tavolo è stato fatto per lavorare tutti insieme, per Roma. Non sta accadendo ed è cosa grave», scrive a un utente. «I problemi economici di Roma vengono da lontano - risponde a un altro - Sbagliato addossarne la responsabilità alla sindaca. Altra cosa però è constatare la mancanza di iniziativa anche quando è supportata».

AEREI E TV
Il ministro ieri ha aperto altri due fronti. In tv ha parlato di Alitalia, spiegando che «oggi abbiamo più di tre offerte sul campo: una più finanziaria e due più industriali». Tutte le proposte verranno valutate con una priorità, «assicurare i collegamenti», quindi le rotte. Seconda priorità, «meno soldi pubblici possibili», dice il ministro. E poi c'è il lavoro. Calenda ha parlato anche della Rai: «È un sistema vecchio che non funziona più. Il mio pensiero personale è che vada privatizzata e va dato il canone a chiunque fa progetti che hanno un valore di servizio pubblico».

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