Scandalo rifiuti, Fiscon incaricò l'assessora di aiutare il ras delle Coop

Scandalo rifiuti, Fiscon incaricò l'assessora di aiutare il ras delle Coop
di Michela Allegri e Cristiana Mangani
3 Minuti di Lettura
Sabato 6 Agosto 2016, 08:35
È Giovanni Fiscon, ex direttore generale di Ama, finito nel grande scandalo di Mafia Capitale, a chiedere a Paola Muraro di occuparsi del problema di Salvatore Buzzi. Malagrotta ha chiuso, ed è piena emergenza rifiuti. L'occasione giusta per far entrare in modo rapido un amico nel grande affare dello smaltimento, sebbene non abbia tutte le carte in regola per poterlo fare. Ma Fiscon, insieme con l'allora ad della municipalizzata, Franco Panzironi, sa che il neo assessore della giunta Raggi, è una vera esperta di ambiente. Allora le chiedono di fare cose che competerebbero più a un dirigente che non a un consulente esterno: Muraro, infatti, si prende la briga di chiamare Buzzi per cercare una soluzione.

IL PRIMO MESSAGGIO
Il 2 settembre del 2013, l'assessore manda un sms: «Buongiorno, ho necessità di contattarla, può richiamare al cell? Paola Muraro per Ama». La telefonata di Buzzi arriva alle 17,08. Lei gli dice di avere avuto il suo numero da Fiscon, spiega che nella richiesta non riesce a leggere il numero di protocollo, ma che ha provveduto a sistemare la cosa con la segreteria. Compiti inspiegabili per chi dovrebbe avere un incarico molto diverso. Un altro scambio tra i due avviene il 19 dello stesso mese. Dice l'assessore: «La richiesta di chiarimenti è stata inviata dal Consorzio nazionale servizi di Bologna (Cns) e la risposta dovrà essere data entro domani alle ore 12, alle ore 13 sarà aperta la busta B». Buzzi conferma, spiegando che avrebbe avvisato subito. E infatti, alle 17,11 manda un sms al suo collaboratore Raniero Lucci: «Avvisa Bologna - scrive - richiesta partita ora». Poi contatta Forlenza, di Cns: «Richiesta partita ora da Ama».
L'affare non va in porto: il Cns non riesce a trovare un accordo con una cooperativa concorrente, la Indeco. Nonostante «la gara provvisoria non avesse sortito l'esito sperato da Buzzi, per cause determinate da incomprensioni con la società Indeco - annotano i carabinieri del Ros nell'informativa depositata agli atti del processo Mafia Capitale - dalla cronologia delle conversazioni emerge in maniera chiara come Fiscon gli avesse comunque dato la possibilità di partecipare all'appalto». E, sebbene nessun rilievo penale sia stato evidenziato dagli inquirenti nei confronti dell'allora consulente, emerge con chiarezza che Muraro agisce in piena sintonia con Fiscon, già nel periodo in cui l'ex dg sta per finire nei guai.
Su questi rapporti sta indagando la Direzione distrettuale antimafia. E a leggere la storia per intero, attraverso i dati raccolti nella mega indagine, è chiaro l'impegno di Fiscon per tentare di favorire Buzzi nella gara d'appalto. Il problema, però, sono i documenti incompleti. Per questo il dg chiede e ottiene l'aiuto dell'assessore.
 
I DUE LOTTI
Il 28 agosto, Fiscon, intercettato, parla a Buzzi di un imminente bando di gara provvisoria «per due lotti». Lui vorrebbe partecipare come Cns, di cui è membro del consiglio di sorveglianza. La risposta è negativa: i lotti in questione sono «già promessi» a due società «segnalate» da Federambiente, a quell'epoca presieduta da Daniele Fortini, ad uscente di Ama. Consiglia però a Buzzi di tenersi pronto alla corsa per un appalto molto più importante. Subito dopo cambia idea. Lo ricontatta e gli dice di fagli avere immediatamente una richiesta, perché avrebbe invitato anche loro alla gara. Alle 10,51 la domanda è nell'ufficio del dirigente. Mancano però alcuni dettagli. Buzzi corregge il tiro, ma non basta. Il suo problema è capire la natura delle irregolarità. E per questo c'è Paola Muraro.