Roma, timbra e se ne va: licenziato un altro furbetto del comune

Roma, timbra e se ne va: licenziato un altro furbetto del comune
di Simone Canettieri
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Venerdì 26 Maggio 2017, 07:41 - Ultimo aggiornamento: 10:14

E due. A distanza di 24 ore il Comune di Roma licenzia un altro presunto furbetto del cartellino. Questa volta è un uomo - G.V., ultracinquentenne - inquadrato come istruttore amministrativo, ovvero un semplice funzionario, in servizio al municipio XII, quello della zona Monteverde-Colli Portuensi (anche questo amministrato da una mini-giunta targata M5S).
Il provvedimento gli è stato notificato ieri mattina dagli uomini del dipartimento Risorse umane del Campidoglio. La sanzione non rientra nell'applicazione della legge Madia, come nel caso della dipendente licenziata l'altro ieri, ma si appoggia alla vecchia normativa del 2001. Il risultato però non cambia. E della vicenda se ne occuperà anche la Procura, perché, come da prassi in questi casi, gli atti verranno trasmessi alla magistratura per gli eventuali profili penali.

LA STORIA
Il fatto incriminato risale allo scorso 24 gennaio. Quando G.V. esce dalla sede del municipio di via Fabiola per un servizio esterno, per farvi ritorno alle 9.47 come risulta da cartellino timbrato. Passano nemmeno due ore ed ecco l'amara sorpresa. Effettuato un controllo, però, l'uomo alle 11.25 non risulta dietro la scrivania. Né lungo i corridoi, né nelle stanze dei colleghi. Non è rintracciabile sul posto di lavoro da nessuna parte.
Il caso viene subito segnalato dal direttore del municipio al Campidoglio. Il dipendente viene chiamato a rispondere della propria mancanza davanti all'ufficio disciplina. Tecnicamente è «assente ingiustificato». Chiamato a difendersi risponde che è di nuovo uscito per un altro servizio esterno. Ma questa versione non lo salva dall'applicazione della massima sanzione disciplinare: il licenziamento senza preavviso.
Ieri la notifica del provvedimento dopo un'istruttoria durata quasi quattro mesi. Una notizia che fa il paio con quella di ieri l'altro. Con il primo licenziamento del Comune in applicazione del decreto Madia contro «i furbetti del cartellino».
Quel provvedimento di sospensione dal lavoro è stato notificato nei confronti di Letizia Beato, dipendente comunale negli uffici di via della Greca da oltre trent'anni. In base a quanto ricostruito nel dispositivo di licenziamento la donna, il 20 aprile scorso, ha timbrato l'ingresso in ufficio alle 7.59 ma sarebbe poi uscita alle 8.10 per recarsi ad un bar nella zona per prendere una camomilla ma senza passare il badge. «L'assenza della timbratura in uscita rientra nella fattispecie della falsa attestazione della presenza in servizio», si leggeva nel documento di due giorni fa. Che ricalca quello emanato dal Comune ieri mattina. Anche nel caso del dipendente municipale è possibile che ricorra ai giudici per impugnare il benservito del Campidoglio («Stavo male, ho dimenticato di strisciare il cartellino: non mi era mai successo prima», ha dichiarato in propria difesa).

IL FENOMENO
Dall'amministrazione Raggi puntano alla «tolleranza zero» nei confronti di questi fenomeni, stando attendi a non demonizzare e generalizzare le truppe. E cioè gli amministrativi, i vigili e le maestre che compongono l'esercito dei 23mila comunali. Di sicuro, ammettono i grillini, l'ordine di scuderia è di intensificare i controlli sulla presenza reale dei dipendenti, soprattutto ora che la Legge Madia permette procedimenti lampo. La mansione di verificatori è affidata ai dirigenti responsabili degli uffici, dai dipartimenti a scendere alle strutture più piccole. Che tecnicamente devono confrontare se la presenza telematica, il cartellino strisciato, sia corrispondente a quella fisica. O viceversa.