Caso Marra, il mistero del «prestito» a Scarpellini

Caso Marra, il mistero del «prestito» a Scarpellini
di Adelaide Pierucci
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Venerdì 30 Dicembre 2016, 09:35 - Ultimo aggiornamento: 13:53
Ai carabinieri che lo ammanettavano aveva detto che quei soldi erano solo un prestito ricevuto dal costruttore Sergio Scarpellini. Invece in sede di interrogatorio ha ribaltato la sua versione dicendo: «Io sono un uomo serio. Non era un prestito, ma una restituzione». Raffaele Marra, l'ex vice capo di Gabinetto della Raggi, in carcere per corruzione, in sede di interrogatorio di garanzia, si sarebbe contraddetto davanti ai magistrati, aggravando la sua situazione, per spiegare i 367mila euro ricevuti nel 2013 per pagare la casa della moglie, soldi mai restituiti. La nuova versione, quella della restituzione, non ha ovviamente convinto gli inquirenti. Che a quel punto avrebbero contestato all'arrestato una scrittura privata trovata nella sua abitazione in cui la moglie attestava di aver ricevuto un prestito dal costruttore, con possibilità di restituzione con termini molto ampi.

Un atto, senza data e senza firma di Scarpellini, sottoposto poi al costruttore, ormai ai domiciliari che senza tentennamenti ha detto: «Mai visto. Mai saputo nulla di quel foglio», sconfessando ancora una volta il coindagato.

LA SCRITTURA
Fatto sta che Raffaele Marra dopo aver accennato alla teoria della restituzione, davanti alle contestazioni dei magistrati, non ha dato ulteriori spiegazioni avvalendosi sul punto della facoltà di non rispondere. «Chiarirò il tutto. Ho solo bisogno di raccogliere la documentazione», ha dichiarato, senza fornire ulteriori spiegazioni.
La scrittura privata, comunque, ha suscitato i dubbi degli inquirenti che sospettano pure sulla veridicità. Il documento comunque non costerà per ora una nuova contestazione all'ex vice capo di Gabinetto della Raggi, considerato che proprio per la sua imperfezione, è un atto nullo al livello civilistico, e non è mai stato utilizzato, solo conservato in casa. Il pm Barbara Zuin, intanto, sta completando gli accertamenti bancari sul funzionario del Campidoglio, proprio per accertare i flussi di denaro negli ultimi anni. Di certo Marra aveva avuto la disponibilità di 700mila euro, soldi che gli erano stati erogati con un mutuo per acquistare una casa da Scarpellini, in zona Prati Fiscali.

GLI ACCERTAMENTI
Soldi in realtà poi non utilizzati per l'acquisto del 2009 considerato che per l'appartamento dal valore di 1.2 milioni il funzionario avrebbe avuto uno sconto di favore di 500mila euro, oltre che l'intestazione in favore di Scarpellini di una casa di sua proprietà. Nel frattempo il difensore di Marra, l'avvocato Scacchi, ha deciso di tentare il ricorso ai giudici del Riesame per spuntare la scarcerazione. Il gip nel mandato di cattura aveva sottolineato l'esigenza della custodia cautelare in carcere con la: «Sussistenza di un concreto ed attuale pericolo di reiterazione di condotte delittuose analoghe a quelle già accertate e ciò anche in considerazione del ruolo attualmente svolto da Marra all'interno del Comune, della indubbia fiducia di cui gode il sindaco Virginia Raggi».