Roma, Colomban saluta: «I comunali lavorino di più. Trasporti e rifiuti sul mercato»

Roma, Colomban saluta: «I comunali lavorino di più. Trasporti e rifiuti sul mercato»
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 13 Ottobre 2017, 07:29 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 08:16

«Massimo è venuto a Roma pensando di risolvere tutti i problemi, ma non si rendeva conto di cosa andava incontro, ci vogliono vent'anni per risolvere tutti i problemi di Roma», raccontava l'altro giorno un signore di Conegliano Veneto, mentre sventolava la bandiera della Repubblica Veneta a Barcellona, davanti alla sede della Generalitat della Catalogna all'indomani del referendum. Massimo Colomban, dalla provincia di Treviso, dove è tornato dopo un anno da assessore alle Partecipate di Roma Capitale (al suo posto in giunta entra Alessandro Gennaro), traccia un bilancio e in fondo conferma: il percorso per salvare Roma è ancora lungo, devono cambiare i romani che troppo spesso non pagano le multe o il biglietto dell'autobus, devono cambiare i 24mila dipendenti, che devono produrre il 30 per cento in più e assentarsi di meno, ma deve anche cambiare il rapporto con lo Stato che deve riconoscere molte più risorse a Roma Capitale.

Come è andata la sua esperienza con la giunta 5 Stelle?
«Non voglio fare critiche sul difficile lavoro (full time) che la sindaca con molti degli assessori e consiglieri stanno facendo: si stanno impegnando molto con abnegazione e sacrificio. Su metodo ed organizzazione ognuno ha le proprie esperienze e la propria professionalità; mi limiterò quindi a dare il mio personale punto di vista al termine di questa esperienza...».

Cioè?
«Guardi, la situazione trovata in Roma Capitale e nelle sue partecipate era, e purtroppo in alcune aree ancora permane, molto difficile e compromessa: non si può avere la qualità dei servizi di Milano, tanto per fare una comparazione quando le risorse pro capite sono la metà ed il territorio da servire 7 volte più esteso; la densità 3,5 volte inferiore e quindi i servizi più dispersivi; la lunghezza delle strade è 4-5 volte più estesa; i rifiuti in Kg/persona e le pulizie da provvedere sono il 30% in più poiché in Roma vengono servite giornalmente circa 4 milioni di persone a fronte di 2,8 milioni di cittadini paganti. Se non premettiamo questo, qualsiasi critica sarebbe fuorviante».

Un veneto che vuole dare più soldi a Roma. È sicuro?
«Fino a quando Roma non avrà almeno 1 miliardo (ma per essere alla pari con Milano ne necessiterebbero 2) di maggiori risorse per le infrastrutture e servizi non riuscirà a fare miracoli. Finché i mezzi di Ama ed Atac in buona parte obsoleti e da rottamare non verranno sostituiti (e per sostituirli servono risorse per centinaia e centinaia di milioni di euro) Roma non può arrivare ad uno standard di servizi di nettezza urbana e dei trasporti alla pari delle grandi città del Nord. Però, anche i romani...».

Cosa hanno combinato?
«È indiscusso e provato che anche i cittadini romani hanno delle colpe e delle brutte abitudini e devono cambiare: molti non pagano il biglietto sul bus, solo in parte pagano le multe e/o le tasse. Così come i 24mila dipendenti di Roma Capitale devono produrre almeno il 20-30% in più e questo si potrà ottenere con leggi sul lavoro che premino la meritocrazia, disincentivino le assenze, e su questo istituzioni e sindacati hanno delle responsabilità e inoltre devono innovarsi. Serve comunque un riallineamento fra risorse e spese: i 15 miliardi di euro di disavanzo sul bilancio comunale non sono il 100% conseguenza di mala-gestio o ruberie».

Cosa suggerisce al M5S che spera di diventare forza di governo a livello nazionale?
«Il Movimento deve cercare di non perdere una grande occasione, quella di evolvere da un Movimento idealista di protesta in un Movimento di proposta in difesa dei produttori. Le aziende di servizi come Atac e Ama, devono essere per prima cosa efficienti e dare il miglior servizio al cittadino al minor costo, indipendentemente che siano al 100% pubbliche o pubblico-private. È di fondamentale importanza che il servizio sia messo in competizione ogni tot numero di anni, e che vinca il migliore: se il migliore è una società al 100% pubblica o del Comune bene, altrimenti via libera ad una sana ed onesta concorrenza».