Ostia, il ballottaggio delle urne vuote: decide l'ultradestra

Di Pillo e Picca (Omni)
di Fabio Rossi
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Martedì 7 Novembre 2017, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 08:50
Dodici giorni per catturare il voto di indecisi e astenuti, che da queste parti hanno raggiunto la proporzione record di quattro elettori su cinque. La sfida per la presidenza del X Municipio di Roma - il territorio di Ostia e del suo entroterra, con 230 mila abitanti, pari a una città delle dimensioni di Verona - si giocherà domenica 19 sullo strategico crinale politico tra M5S e centrodestra unito.


Boom di astenuti: l'affluenza è stata del 36,15%. Alle urne si sono recati 67.125 elettori (su 185.661 degli aventi diritto), poco più di un elettore su tre. Al primo turno delle amministrative 2016 era stata del 56,11%. Persi dunque circa 20 punti percentuali. 

Rispettate le previsioni della vigilia: al ballottaggio vanno Giuliana Di Pillo, con il 30,2 per cento dei lavori, e Monica Picca, con il 26,7. La grillina Di Pillo, educatrice 55enne, è stata consigliere di opposizione del X Municipio, poi delegata al litorale per la sindaca Virginia Raggi. Picca, di Fratelli d'Italia, professoressa di lettere di 46 anni, già presidente della commissione cultura del Municipio, è delegata romana del partito alla scuola. Entrambe le duellanti possono contendersi un enorme bacino di voti potenziali da conquistare.

GLI INDECISI
Se si somma il 64 per cento degli astenuti con tutti gli elettori che hanno scelto al primo turno candidati non ammessi al ballottaggio, si evince che soltanto il 20 per cento si è già schierato con una delle due duellanti. Restano quasi 150 mila persone (su 185 mila aventi diritto) da poter portare dalla propria parte. A questo punto diventano cruciali i pacchetti di voti dei due principali esclusi dal ballottaggio: il candidato del Pd, Athos De Luca (fermatosi al 13,6 per cento) e Luca Marsella di Casapound, forte di un 9,1 per cento che rappresenta la vera novità delle elezioni sul litorale. In due hanno preso 15 mila voti: un bottino ragguardevole, considerati gli appena duemila voti di scarto tra le due sfidanti.

LE INTENZIONI
«Al ballottaggio non daremo indicazioni di voto», taglia corto De Luca. «Ci siamo candidati come alternativa, e vogliamo rimanere tale», sottolinea Marsella. Indicazioni ufficiali a parte, è evidente che Di Pillo e Picca dovranno tarare la propria strategia, nei prossimi giorni, anche scegliendo l'elettorato da blandire. «Guardo solo davanti, ai cittadini che si rispecchiano in me - sottolinea Picca - Il mio appello è a loro, non a partiti o movimenti». Ma è chiaro che, anche se non ci saranno apparentamenti ufficiali, in casa Fratelli d'Italia sperano che negli elettori di Casapound scatti il riflesso di votare comunque a destra, al ballottaggio. A dar man forte a Picca potrebbe arrivare anche il civico-autonomista Andrea Bozzi, che domenica ha superato l'asticella del 5 per cento. I grillini, invece, puntano a «recuperare tutte quelle persone che non sono andate a votare per motivi diversi - spiega il capogruppo M5S in Campidoglio, Paolo Ferrara - Ho sempre sostenuto che i voti non sono né di destra né di sinistra: ognuno fa le sue scelte». Ma i pentastellati potrebbero recuperare voto soprattutto nell'elettorato di centrosinistra: non tanto in quello del Pd - che anzi potrebbe silenziosamente passare in parte sul fronte degli ex nemici di centrodestra, quando tra chi al primo turno ha scelto don Franco De Donno, che ha portato a casa un 8,6 per cento di tutto rispetto.

LO SCONTRO
Nel day after del primo turno, intanto, a tenere banco è stato l'«effetto-Raggi» che, se dai pentastellati viene interpretato come il volano che ha consentito l'accesso al ballottaggio, dal centrodestra viene invece additato come causa della «caduta delle stelle» sul litorale della Capitale. «Abbiamo praticamente raddoppiato i voti del 2013», commenta la sindaca, riferendosi alle ultime elezioni del Municipio X di quattro anni fa (nel 2016 l'ente era commissariato). Ma gli altri partiti puntano il dito sul risultato delle comunali dell'anno scorso, quando a Ostia Virginia Raggi toccò il 44 per cento dei voti, sfondando addirittura quota 76 al ballottaggio contro Roberto Giachetti: il calo di consensi dei Cinque stelle, in questo raffronto, è di ben 14 punti. «Perdere la metà del suo elettorato in due anni è qualcosa di incredibile - attacca Fabio Rampelli, capogruppo Fdi alla Camera - Un insuccesso di cui si deve assumere la responsabilità la sindaca».
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