Roma, la comunità ebraica a Raggi: «No a un parco dedicato ad Arafat»

Roma, la comunità ebraica a Raggi: «No a un parco dedicato ad Arafat»
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Lunedì 7 Agosto 2017, 16:37 - Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 13:19
«Dedicare un parco a Yasser Arafat è offensivo e antistorico». Così la presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello in una lettera alla sindaca di Roma Virginia Raggi alla quale chiede, qualora il Campidoglio non dovesse recedere da questa iniziativa, di «non procedere all'intitolazione di una piazza al Rabbino Capo Emerito Elio Toaff: vedere associato, nello stesso documento, il suo nome a Arafat è un'offesa alla sua memoria che non vogliamo tollerare». Per Dureghello la scelta di intitolare un parco ad Arafat è «offensiva e antistorica proprio nel momento in cui l'Europa è vittima di una serie di attentati terroristici di matrice islamista: Arafat del terrorismo odierno è stato il precursore, se non l'ideatore, e il premio Nobel per la Pace da lui ricevuto non è altro che il primo dei tanti premi Nobel assegnati con dubbio merito».

«Arafat, lo ricordiamo per chi evidentemente non conosce la storia, è il mandante morale dell'attentato antisemita alla Sinagoga del 9 ottobre 1982 in cui morì Stefano Gay Tachè. Un bambino ebreo, romano e italiano. Per questo la scelta di dedicare a Arafat un parco è inaccettabile, perché ricorda con merito colui che dovrebbe essere ricordato con disonore - aggiunge - la città di Roma deve scegliere: ricordare i terroristi o le sue vittime. Entrambe le cose non sono possibili». «Rav Toaff, oltre a aderire alla Resistenza e ad essere il primo rabbino ad accogliere in una Sinagoga un Papa, fu colui che denunciò l'accoglienza dei politici italiani, esclusi Spadolini e Pannella, al leader dell'Olp durante la sua visita in Italia. Visita che fu il preludio dell'attentato. Oggi questo conferimento appare come una riabilitazione postuma e non meritata - conclude Dureghello - Siamo certi che Rav Toaff non avrebbe voluto ricevere questa onorificenza vedendo associato il suo nome a quello di un terrorista. Non lo vogliamo neanche noi».
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