Intervista a Niccolò Ghedini: «Se Raggi ha rinunciato all'udienza non dev'essere messa bene»

Intervista a Niccolò Ghedini: «Se Raggi ha rinunciato all'udienza non dev'essere messa bene»
di Simone Canettieri
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Venerdì 5 Gennaio 2018, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 12:01

Onorevole Niccolò Ghedini, da parlamentare di Forza Italia e soprattutto da avvocato di Silvio Berlusconi come giudica la mossa di Virginia Raggi?
«Non è una strategia difensiva molto efficace, quella di chiedere il giudizio immediato perché si perde la garanzia dell'udienza preliminare».

E quindi?
«Solitamente se sei convinto di avere l'evidenza dell'innocenza fai l'udienza preliminare, ti giochi le tue carte e punti a essere prosciolto. E' capitato perfino a Berlusconi...».

Ci ricordi quando.
«Certo, con il lodo Mondadori e con i diritti Mediatrade, in cui invece andò a processo suo figlio Pier Silvio. Quindi in teoria l'udienza preliminare è un momento sia di garanzia che di possibilità di proscioglimento immediato».

E invece Raggi ha scelto un'altra strada: secondo lei è un motivo più politico che di strategia?
«E' un modo per evitare il rinvio a giudizio perché temevano il rinvio a giudizio. E' una scelta esclusivamente politica».

Il M5S, come dice Carlo Nordio, scopre i diritti dell'imputato?
«Certo, anche se è una lettura fin troppo benevola».

Una nemesi politica per i grillini?
«Eh sì».

Quante volte ha sentito attaccare Berlusconi dai grillini anche sull'uso dei tempi giudiziari?
«Eh! Tutti i giorni! Lasciamo perdere, dai. Comunque loro utilizzano un escamotage processuale che io non avrei mai adottato».

Ma l'obiettivo era scavallare le elezioni del 4 marzo.
«E allora? Avrebbero potuto cercare di far durare di più l'udienza preliminare portando nuove prove, nuova documentazione, difendendosi in udienza preliminare. In maniera normale, a volte anche combattiva, come abbiamo fatto spesso con Berlusconi, cercando di ottenere il risultato».

Quale idea si è fatto dell'inchiesta in cui è coinvolta Virginia Raggi?
«Io non conosco la situazione processuale della sindaca, ma evidentemente il suo avvocato deve averla ritenuta non brillante».

Quando ha letto questa notizia cosa ha pensato?
«A me le disgrazie giudiziarie dispiacciono sempre, facendo questo mestiere. E devo dire che, tutto sommato, la vicenda della sindaca mi sembra di una gravità non straordinaria. Oggi fare l'amministratore è il mestiere più pericoloso del mondo: si ha sempre la magistratura sul collo per qualsiasi cosa. Ma non conosco nel merito la vicenda».

Anche i grillini sono diventati realisti oltreché garantisti?
«Certo, finalmente hanno sdoganato gli indagati. Purtroppo, però, a loro la Costituzione piace solo quando torna comoda».

Qual è la morale della vicenda?
«Diciamo che la prossima volta prima di attaccare Berlusconi sui suoi processi dovranno pensarci un attimo in più».

 

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