«Il codice etico M5S? Per Raggi non si applica». Così la sindaca si affidava ai collaboratori

Raggi (ansa)
di Michela Allegri
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Venerdì 13 Ottobre 2017, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 08:16
Preferiva non prendere decisioni da sola, e farsi consigliare dai vertici del Movimento e dai vecchi amici, terrorizzata dalle ripercussioni del codice etico M5S e del contratto con il partito firmato prima di diventare sindaco della Capitale. Sono ancora le chat a raccontare i retroscena dei primi mesi di consiliatura di Virginia Raggi; soprattutto quelle in cui l'ex fedelissimo Raffaele Marra discute con l'avvocato Pieremilio Sammarco, civilista, già docente della prima cittadina all'università e titolare dello studio in cui lei aveva fatto la pratica forense. Il quale, appunto, riferiva all'ex funzionario finito poi sotto processo, di averla rassicurata più volte, anche su quello stesso codice etico che nei giorni scorsi è stato evocato dal vice presidente del Senato Luigi Di Maio a chi gli chiedeva se fosse applicabile in caso di condanna del sindaco di Roma.

«Non preoccuparti del codice etico - scrive Sammarco - è una minchiata che non sarà mai applicata in sede giudiziaria. A settembre, quando discuteremo il ricorso che ti hanno fatto, potremo lavorare per far dichiarare dal giudice nullo il codice e sarai liberata anche da questa cosa». E ancora: «Non potranno fare nulla perché non prenderanno il rischio di sfiduciarti per non creare casi eclatanti prima delle politiche». E soprattutto: «Nella scala gerarchica sei sul gradino più alto e all'interno del Movimento nessuno può permettersi di darti direttive che non condividi». Le conversazioni sono agli atti del processo in cui Marra è accusato di corruzione insieme all'imprenditore Sergio Scarpellini. Marra si rivolgeva quotidianamente al civilista. E anche Raggi chiamava l'ex dominus, per avere qualche dritta: «Lei mi ha chiesto ausilio anche per altri nomi» commenta Sammarco dopo la nomina (poi abortita) di De Dominicis al Bilancio.

I CONSIGLI
È il 13 agosto. Sammarco consola Marra, finito al centro della bufera mediatica. Il civilista propone di intercedere con Virginia per lui. «Cara Virgin, mi sento di esporti alcune riflessioni... 1- Se perdi Raffaele è una vera tua sconfitta personale...ci saranno telefonate, pressioni, persone che verranno a parlarti prospettando scenari tragici, ma non succederà nulla di tutto questo, tu sei nella posizione di forza. 2- non preoccuparti del codice etico, è una minchiata. 3- il mio consiglio è: A- revocare deleghe (partecipazione e patrimonio a Minenna... B- revocare incarico alla Raineri». «Che ne pensi?», scrive poi a Marra, che risponde: «Ottimo, misurato, di cuore!». Il giorno dopo un altro consiglio, dopo che Marra gli ha detto di voler presentare le dimissioni: «Vai questi giorni in famiglia e lascia le cose come stanno senza farti vedere in ufficio e senza scrivere messaggini.

Non agevolarle il compito con la lettera, conoscendola non avrà il coraggio di fare il provvedimento su di te, si macererà poi non lo farà... Tieni duro, le battaglie si vincono anche con l'attesa». Poche ore dopo l'ex finanziere si sfoga: «O fa ciò che dice Grillo... o viene tolto il simbolo al comune di Roma. Un ricatto!... lei deve riappropriarsi della sua vita! Lei è stata eletta, la faccia è la sua. Il Sindaco è lei!». Sammarco risponde: «Questo è quello che andrebbe fattoe che noi vorremmo facesse, ma non credo che lo farà».

«Dobbiamo anticipare i tempi», scrive Marra il 2 settembre, commentando un articolo in cui si parla di un'imminente visita a Roma di Grillo. «Questo messaggio ho mandato ora - risponde l'avvocato - Verranno a dirti che devi allinearti e che dovrai togliere Marra... Ti vorranno mettere un'altra persona tra soggetti preselezionati da loro».