Roma, stretta dei vertici M5S sugli atti della Raggi

Raggi
di Simone Canettieri
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 18 Gennaio 2017, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 15:02

«Se ci fosse stato Rousseau, non sarebbe esistito Marra». La battuta potrebbe sembrare un paradosso storico, ma pronunciata dai vertici del M5S racconta meglio di qualsiasi cosa il fine della nuova piattaforma di condivisione lanciata ieri, giorno in cui i destini del Movimento di Grillo e della Casaleggio associati si sono incrociati con quelli di Virginia Raggi per l'ennesima volta. E cioè rafforzare la «stretta», continuare con la tutela.

Di mattina la presentazione della funzione «sharing» («La nostra intelligenza collettiva») per gli atti degli amministratori pentastellati con tutte le anime: Luigi Di Maio, Paola Taverna e Massimo Bugani; nel pomeriggio la sentenza del tribunale sull'ineleggibilità della sindaca di Roma e sul contratto firmato da lei e dalla maggioranza al momento della candidatura. Due fatti che si guardano e che arrivano alla medesima conclusione: «Bisogna continuare il cordone di protezione del Campidoglio e adesso che il codice etico è blindato Virginia deve iniziare a rispettarlo, visto che finora lo ha disatteso».

Il codice, studiato da Roberta Lombardi e da Gianroberto Casaleggio, non contempla solo la maxi-multa da 150mila euro in caso di danni d'immagine. Ma prevede, appunto, che gli atti importanti della sindaca debbano essere condivisi prima di essere adottati con lo staff grillino e con i Garanti, Grillo e Casaleggio jr. Circostanza mai avvenuta. Tanto che - eccetto per il no alle olimpiadi - Raggi ha sempre agito di testa propria. Entrando in conflitto con i parlamentari che dovevano vigilare sul Campidoglio.

Esperienza archiviata in estate, con polemiche e travasi di bile, con le dimissioni di gruppo del mini direttorio. Dimissioni andate di pari passo con le scelte, foriere di guai ancora tutti da risolvere, sulle nomine: dal ruolo di Salvatore Romeo a quello di Raffaele Marra che promosse il fratello, Renato, a capo della direzione turismo creata ad hoc e in barba ad altri cinque candidati che puntavano a quella casella. «Ecco - si sfogò tempo fa la Lombardi - se Raggi avesse rispettato il contratto queste mosse non le avrebbe mai potute compiere, e invece...».
In Senato in mattinata Bugani, Di Maio e Taverna hanno presentato la nona sezione, quella dello «sharing».

LA SVOLTA
È il sistema operativo «il nostro cerchio magico», ha osservato Di Maio replicando alla senatrice Elisa Bulgarelli che, nei giorni scorsi, si era scagliata contro l'associazione Rousseau. Cosa prevede? Riservata nella fase di avvio ai consiglieri eletti nelle istituzioni locali, consentirà, appunto, di condividere gli atti e «le pratiche migliori in corso nei comuni e nelle regioni italiane», ad opera dei rappresentanti M5S, che siano alla guida del governo locale o all'opposizione.

In conferenza stampa il nome di Virginia non è mai uscito, ma come esempio di buona amministrazione è stato fatto quello di Livorno. Letta controluce la mossa guarda al Campidoglio, l'amministrazione che più fa preoccupare Grillo e Casaleggio in ottica di un approdo a Palazzo Chigi. Con questo nuovo strumento verranno inseriti nel cervellone della piattaforma tutti gli atti. Anche - e qui c'è la stretta pensata per evitare nuovi casi come quelli visti in Comune - quelli che devono essere approvati. Ciò significa che certe delibere e ordinanze finite nel mirino dell'Anac e della Procura a Roma, d'ora in poi saranno vagliate dalla nuova piattaforma prima di essere attuati. Oltre che subito dopo. Da qui la battuta se «ci fosse stato Rousseau non sarebbe esistito Marra».

E il paradosso della conferenza stampa di ieri è stato proprio questo: presentare un nuovo strumento per le amministrazioni locali senza mai citare quella più in crisi. Che ieri ha tirato comunque un sospiro di sollievo dopo la sentenza del tribunale. Ma adesso per Virginia c'è un contratto da rispettare «alla lettera» e un cervellone da alimentare il più possibile. «In attesa - è il ragionamento della parte più ortodossa dei grillini - che la Procura le presenti il conto per gli errori compiuti in questi sei mesi».

VERSO LE URNE
E intanto, in serata, arriva il via libera alla mobilitazione per arrivare al voto subito dopo la sentenza della Consulta sull'Italicum. È quanto ha deciso, a quanto si apprende, l'assemblea congiunta del M5S tenutasi ieri sera. Il M5S, dopo la sentenza del 24 gennaio, organizzerà iniziative in piazza nelle quali, si apprende ancora, sarà coinvolto anche Beppe Grillo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA