IL CONFRONTO
Della questione si è discusso ieri pomeriggio, a Palazzo Senatorio, nel vertice tra l'amministrazione comunale - con Virginia Raggi e la neo assessora capitolina all'ambiente Pinuccia Montanari - e la Regione, con Nicola Zingaretti e il responsabile regionale dei rifiuti Mauro Buschini. Il Campidoglio si è detto già più volte contrario alla discarica di servizio e la sindaca lo ha confermato, parlando di «piano di raccolta differenziata» e «recupero dei materiali riciclabili per portare Roma al livello della principali capitali europee». Ma Zingaretti è stato chiaro: «Dai conti della Regione una discarica di servizio alla fine dovrà essere individuata - spiega il governatore - Su questo punto ci sono opinioni differenti su cui ci confronteremo». Secondo Buschini, infatti, «anche con i migliori livelli di differenziata e nei sistemi meglio organizzati c'è sempre una frazione non riutilizzabile o riciclabile, che ha bisogno di un luogo sicuro: un impianto in cui depositare questa ultima frazione, dopo aver superato tutti i processi di lavorazione». Quella che l'ex assessore capitolino, Paola Muraro, immaginava utilizzata per «i sottofondi stradali». Posizioni insomma che al momento sembrano divergenti.
LA PROCEDURA
Sta di fatto che la Regione chiede una posizione definitiva e soprattutto ufficiale: «Invieremo una nota ad assessore e sindaca con cui formalizziamo l'utilità di trovare chiarezza su questi punti». Anche perché poteri sostitutivi della Regione, nella scelta del sito, non sarebbero previsti e quindi, in caso di mancata indicazione da parte del Campidoglio, sarebbe una sfida tutta della Raggi far quadrare i conti e «contribuire alla fase di chiusura del piano rifiuti», sottolinea Zingaretti. Anche perché, in mancanza di una soluzione strutturale, si rischia una procedura d'infrazione da parte dell'Unione europea. Con una sanzione per l'Italia (che si rivarrebbe sulla Regione Lazio) piuttosto pesante: la cifra potrebbe superare i 40 milioni annui.