Roma, multe a Portonaccio: ricorsi accolti. A rischio 23 milioni di incassi

Roma, multe a Portonaccio: ricorsi accolti. A rischio 23 milioni di incassi
di Fabio Rossi
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Sabato 21 Ottobre 2017, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 12:01

La nuova corsia preferenziale in via di Portonaccio, attivata il 20 aprile scorso e dotata di telecamera del 2 maggio «non è stata preventivamente comunicata ai cittadini e la segnaletica orizzontale e verticale è totalmente inadeguata e invisibile, in spregio alla normativa vigente».

A bocciare le sanzioni elevate dagli occhi elettronici su quella strada, sulla corsia in direzione di via Tiburtina questa volta, non è un comitato di automobilisti multati, ma un Giudice di pace, che accogliendo il ricorso di due cittadini, ha annullato le multe elevate nei loro confronti, dieci in totale, condannando il Campidoglio anche al pagamento delle spese legali. Una sentenza che potrebbe avere effetti notevoli nei prossimi mesi: basti pensare che solo nei primi due mesi di controllo elettronico della corsia riservata ai mezzi pubblici le contravvenzioni sono state circa 250 mila, per un ammontare complessivo di ben 23 milioni di euro, considerando che la sanzione parte da 80 euro (e arriva a 94 se non si paga entro cinque giorni).

LA STANGATA
La decisione del Giudice di pace potrebbe infatti aprire la strada a una serie di bocciature delle multe accumulate nei primi tempi dalla riattivazione della preferenziale. Un'ottima notizia per gli automobilisti interessati - c'è chi ha già ricevuto fino a 80 contravvenzioni, un cittadino ha segnalato di aver collezionato multe per quattromila euro - ma pessima per le casse di Palazzo Senatorio, che potrebbero dire addio a un sostanzioso incasso, oltre a dover pagare le spese legali a chi vincerà i ricorsi. «Grazie anche alle denunce di Fratelli d'Italia il Tribunale rende giustizia ai romani che hanno percorso la preferenziale di via Portonaccio non debitamente segnalata dal Comune e diventata grazie ai grillini la corsia più cara del mondo - spiega il capogruppo Fdi-An, Fabrizio Ghera - Certamente è una prima sentenza ma vista la valanga di ricorsi direi che per i 5 Stelle si mette male. Valuteremo la possibilità di presentare un esposto alla Corte dei conti».

L'ITER
L'amministrazione targata M5S aveva inizialmente preso atto della questione, ammettendo l'insufficienza della segnaletica installata sulla strada e approvando una mozione in assemblea capitolina, presentata proprio da Fdi, che prevedeva il ritiro in autotutela delle sanzioni elevate agli automobilisti fino al 2 maggio. Ma dopo i pareri del dipartimento comunale e dell'Agenzia della mobilità, che sostengono la regolarità delle procedure utilizzate per ripristinare la corsia riservata ai mezzi pubblici, le procedure di notifica delle contravvenzioni sono andate avanti.

«Sia il sindaco che l'assessore Meleo che Enrico Stefano hanno tirato dritto continuando a sostenere le loro posizioni - attacca Davide Bordoni, coordinatore romano e capogruppo Forza Italia in aula Giulio Cesare - Peccato che il risultato è che ancora una volta hanno sbagliato». Marco Palumbo, consigliere capitolino Pd e presidente della commissione trasparenza, parla di «una vicenda che ha dell'assurdo per l'ottusità di una compagine alla guida del Campidoglio incapace di retrocedere anche di fronte all'evidenza di contravvenzioni elevate ad automobilisti incolpevoli». E vanno registrate anche le preoccupazioni che serpeggiano all'ufficio contravvenzioni: i pochi addetti a disposizione potrebbero non essere in grado di sbrigare le pratiche.