Si gioca sul filo delle strategie e nessuno vuole scoprire le proprie carte. La mossa potrebbe arrivare già dalla prossima riunione della Conferenza dei servizi. Il Ponte di Traiano nel progetto dell'As Roma non c'è. Il Comune pensa che possa bastare quello dei Congressi (finanziato dal Cipe e non carico dai costruttori) per collegare la città a Tor di Valle, sede della controversa operazione calcistico-immobiliare. Il ministero dei Trasporti ha già detto di no: serve anche il Ponte di Traiano. Lo ha messo nero su bianco nel parere consegnato dallo Stato. La palla continua a essere nelle mani della Conferenza dei servizi, che è tornata a riunirsi la scorso settembre. Al vaglio di Comune, Regione e ministeri coinvolti c'è il nuovo progetto dello stadio: un mini-ecomostro che, a fronte di un dimezzamento delle cubature, si trova però con meno infrastrutture pubbliche. Un gigante dai piedi di creta. Sarà dunque proprio l'organo tecnico a stabilire se l'impianto di Tor di Valle e le cubature commerciali annesse abbiano a meno la pubblica utilità. L'aria che tira è quella del no.
METRI QUADRI
Dal verdetto della Conferenza dei servizi, però, dipende tutta la sorta del nuovo progetto siglato dalla giunta Raggi. Qualora arrivasse il responso serve anche il Ponte di Traiano la situazione potrebbe complicarsi e, secondo alcune letture, anche le cubature rischierebbero di aumentare. La Regione su questo punto sembra essere netta: così non va. Lo sbocco della vicenda porta appunto al piano B. Nella delibera della giunta Raggi, che ha sostituito quella approvata da Ignazio Marino, non è specificata la compensazione urbanistica: in quella del chirurgo dem si parlava di massimo 354mila metri quadrati come limite di tolleranza e sostenibilità. Nella delibera Raggi invece c'è questo perimetro non c'è. Ma si limita a specificare che il nuovo progetto dovrà essere in equilibrio tra la sostenibilità economica e la riduzione del 50% delle cubature (si era partiti da 1 milione) voluta dalla giunta pentastellata. E quindi qual è lo scenario? Mancando i limiti della compensazione se la conferenza dei servizi dovesse pretendere il Ponte di Traiano, i proponenti potrebbero chiedere di rivedere le cubature. Aumentando per esempio le palazzine (ora sono 18) e la loro altezza che dovrebbero puntellare lo stadio.
L'ULTIMA PAROLA
Questa mossa però rischia di rifare partire il progetto daccapo. E cioè di essere di nuovo approvato dall'assemblea capitolina, a cui spetta il voto sulla variante urbanistica. Ma il Comune continua a ribadire che la diminuzione di cubature non si tocca e quindi resterà tale: non è in discussione. Il Campidoglio infatti rimane fermo sul Ponte dei congressi come unica infrastruttura necessaria alla viabilità del quadrante. L'ultima parola alla Conferenza dei servizi e sugli scenari che potrebbe aprire. La Regione è pronta a chiedere maggiori tutele per la viabilità, i proponenti allora si troveranno davanti a un bivio: riproporre il progetto originario, mondato con orgoglio dai grillini. Il Campidoglio si blinda: uno scontro istituzional-imprenditoriale è già alle porte.
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