Roma, la truffa degli affitti per ottenere finanziamenti dalla Regione: 5 funzionari comunali nei guai

Roma, la truffa degli affitti per ottenere finanziamenti dalla Regione: 5 funzionari comunali nei guai
di Michela Allegri
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Martedì 19 Settembre 2017, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 08:37
Case popolari destinate alle categorie disagiate, da cedere in affitto a canone agevolato, da Spinaceto a Monte Stallonara: era il patto per ottenere finanziamenti milionari dalla Regione Lazio. Peccato che i responsabili del Consorzio Vesta, che riunisce una trentina di cooperative edilizie, dopo aver intascato i fondi, abbiano dato in locazione quegli appartamenti praticamente a prezzo di mercato. Per farlo, secondo la procura di Roma, sarebbero stati agevolati dal comportamento di cinque funzionari del Campidoglio, che ora devono rispondere di omissione di atti d'ufficio. Il pm Francesco Dall'Olio, titolare del fascicolo sul maxi raggiro in danno della Pisana, del Comune e di decine di inquilini, per un totale che sfiora i 12 milioni di euro, ha chiuso le indagini sulla vicenda. A rischio processo, oltre ai funzionari comunali, ci sono anche i responsabili del consorzio, che sono accusati di truffa. In tutto, gli indagati sono dieci.

IL RAGGIRO
Nel capo d'imputazione si legge che Mauro Lilli, Ugo Klapetz e Giselda Pisaneschi, «in concorso tra loro» in qualità di componenti del consiglio di amministrazione del consorzio regionale cooperative edilizie Vesta e della società cooperativa edilizia Atilia, «con artifizi e raggiri», avrebbero ottenuto finanziamenti a sei zeri per costruire 60 case popolari a Spinaceto e altre 45 tra Monte Stallonara e via della Pisana. Agevolati dai funzionari comunali in servizio nell'Unità operativa edilizia residenziale pubblica, avrebbero stipulato una convenzione con il Campidoglio, ottenendo il relativo diritto di superficie e indicando un canone di locazione esorbitante, calcolato senza decurtare dal prezzo l'importo dei contributi ottenuti dalla Regione. Per la Procura, non avrebbero nemmeno presentato un adeguato piano finanziario e non avrebbero realizzate le opere migliorative previste. In questo modo, avrebbero raggirato gli inquilini che, per gli investigatori, avrebbero «stipulato il contratto di locazione a condizioni più svantaggiose», e anche la Regione Lazio, «che erogava il contributo».

LA DENUNCIA
L'inchiesta, scattata dopo la denuncia presentata dall'avvocato Vincenzo Perticaro, che rappresenta l'associazione Asia Usb che ha raccolto le segnalazioni degli inquilini che avevano riscontrato anomalie nella stipula dei contratti, ha portato anche alle contestazioni nei confronti dei funzionari comunali. Devono rispondere di omissione di atti d'ufficio Marcello Arcangeli, che è stato direttore dell'Unità operativa edilizia residenziale pubblica del Campidoglio dal 2001 al 2010, Giancarlo Matta, Luciano Mancini, Maurizio Frontani e Antonio De Maio, addetti all'Ufficio verifica prezzi massimi di cessione. Per la Procura si sarebbero dovuti occupare dell'istruttoria e della verifica delle pratiche relative ai tre piani di zona. I reati sono stati commessi fino al 2014. Nel 2012, però, c'era già stata una prima mossa della Procura: i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria avevano sequestrato 300 appartamenti.