Luiss, il rettore Severino: «Premiare sempre il merito migliorando la qualità dell'insegnamento»

Luiss, il rettore Severino: «Premiare sempre il merito migliorando la qualità dell'insegnamento»
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 18 Gennaio 2018, 11:43 - Ultimo aggiornamento: 11:47
«Non è il tempo delle cicale, ma quello della competenza e della serità. E' il tempo di investire sul nostro capitale umano». Quel capitale fatto di giovani, uomini e donne, di speranze e tradizioni, di caparbietà e voglia di cambiamento. Con queste parole, il presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, ha preso parte, stamattina, all'inaugurazione dell'anno accademico dell'università Luiss - Guido Carli. «La Luiss è un'eccellenza romana e penso che sia una delle dimostrazioni di come la qualità, le potenzialità di questa nostra grande Capitale europea e globale possano manifestarsi».

Prima di cedere la parola al premio Nobel ed economista Edmund Phelps - che è stato insignito della laurea Honoris causa in "Management" - il primo ministro ha guardato al futuro e con lui, anche il Rettore dell'università, Paola Severino. Agli studenti - hanno convenuto - il compito principale di traghettare il Paese verso la crescita, l'innovazione, lo sviluppo.

L'università Luiss nel delicato compito di fornire gli strumenti necessari affinché il "capitale umano" di cui ha parlato Gentiloni possa trovare i mezzi per crescere, rafforzarsi e innovarsi, punta da tempo su tre pilastri fondamentali, come ha ricordato il Rettore, Paola Severino: «L'internazionalizzazione, la progettazione dei processi formativi all'insegna dell'Interdisciplinarietà e la formazione professionale». Dando uno sguardo ai risultati ottenuti dall'Ateneo nel passato recente, «Grazie alla attrattività della nuova Offerta formativa - ha aggiunto il Rettore - le selezioni degli studenti magistrali hanno registrato un aumento del 37% rispetto allo scorso anno e il tasso di selezione, per i corsi di nuova attivazione, arriva a sfiorare 1 studente su 5». Un risultato reso possibile grazie alla premiazione del «merito dei nostri allievi», ha proseguito il Rettore. Come anche il premio nobel Phelps ha più volte sottolineato, il volano che più è mancato negli ultimi decenni è stato quello dell'innovazione ma anche del dinamismo. «Elementi - ha spiegato la Severino - insispensabili per immaginare prima e creare poi un futuro futuro; è perciò nostro dovere mettere in giovani in condizione di aumentare le possibilità di realizzazione personale in modo da poter contribuire, un domani, al dinamismo della società, dell'economia e del diritto. Possiamo farlo perché abbiamo valori tradizionali da coniugare con i valori più innovativi del management d'impresa». 

E' con questa logica che l'ateneo - dove sono attualmente attivi 218 accordi con università dislocate in 44 paesi, tra cui, figurano 23 programmi di "double degree" e 8 programmi di "partnership" strutturata - ha voluto creare un innovativo master in "Cybersecurity". Ancora: importante il ruolo dell'"International training program", «un progetto di collaborazione tra la Luiss e le imprese italiane - ha spiegato la Severino - oeranti in paesi esteri che attraverso le Lauree magistrali del nostro ateneo, mira a selezionare e formare studenti stranieri di talento». 

A prendere la parola, dopo il premio Nobel Phelps, la presidente della Luiss, Emma Marcegaglia, che ha ricordato il recente rapporto sull'istruzione universitaria negli Stati Uniti redatto dall'alta commissione guidata da Ferguson e McPherson. «L'istruzione non è certo la soluzione di ogni nostro problema ma spesso è il miglior strumento a nostra disposizione». «Il nostro Paese - ha aggiunto la presidente della Luiss - deve innovare, radicare, rendere competitiva l'istruzione d'eccellenza, per preparare laureati e cittadini del futuro; i numeri non sono tutti felici la percentuale di italiani in possesso di un titlo di studio terziario è tra i più bassi in Europa, con solo il 18% di adulti laureati, metà della media Ocse del 37%». «il gap - ha aggiunto la Marcegaglia - cresce nelle materie scientifiche, le donne si laureano più degli uomini è vero, ma spesso e spiace dirlo in settori poi penalizzati, come occupazione e retribuzione, del mercato». «Spero che questi dati - ha concluso la Marcegaglia - sproneranno all'azione, con energia e serietà, il prossimo Parlamento perché solo migliorando, in modo rapido e robusto, queste medie anemiche l'Italia tornerà paese leader in Europa».
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