Anzio, casi di febbre Chikungunya: bloccate le donazioni di sangue

Anzio, casi di febbre Chikungunya: bloccate le donazioni di sangue
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Venerdì 8 Settembre 2017, 16:20 - Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 23:14

Focolaio di Chikungunya ad Anzio, cittadina in provincia di Roma, dove si sono verificati diversi casi confermati di infezione autoctona dall'inizio di agosto. Per contenere la diffusione di questa malattia virale trasmessa dalla puntura di zanzare infette, e prevenire la trasmissione attraverso trasfusioni, il Centro nazionale sangue raccomanda di sospendere cautelativamente dalla donazione i residenti nel Comune di Anzio, ma anche in altre aree regionali in caso in cui emergano all'anamnesi dei donatori sintomi riconducibili a quest'infezione. Per 28 giorni non potranno donare il sangue anche quanti hanno soggiornato, seppur per poche ore, nel Comune di Anzio dal primo agosto, afferma il Cns nella segnalazione inviata alla Struttura di coordinamento per le attività trasfusionali della Regione Lazio e pubblicata sul sito dell'Avis nazionale. A livello nazionale, per il Cns è «necessario che in tutti i Servizi trasfusionali e le Unità di raccolta sia rafforzata l'indagine anamnestica di selezione» dei donatori accertando se hanno soggiornato, anche per poche ore, ad Anzio dal primo agosto. In caso di anamnesi positiva, «si dispone l'applicazione del provvedimento di esclusione temporanea dalla donazione di sangue ed emocomponenti per 28 giorni», seguito «dalla riammissione solo previa dichiarazione dell'assenza di sintomi» riferibili alla Chikungunya nei 28 giorni considerati.

I sintomi. Sono simil-influenzali: febbre alta, brividi, cefalea, nausea, vomito e soprattutto importanti artralgie - da cui deriva il nome Chikungunya, che in lingua swahili significa «ciò che curva» o «contorce» - tali da limitare molto i movimenti dei pazienti. Tali provvedimenti rimangono in vigore fino a nuova comunicazione del Centro nazionale sangue. In provincia di Viterbo, invece, è stato segnalato un caso, nell'uomo, di virus del Nilo occidentale. In Italia «possiamo comunque contare su medici e veterinari molto bravi, capaci di associare i sintomi alla patologia, sia per quanto riguarda la Chikungunya che il West Nile virus», afferma Florio Ghinelli, direttore sanitario di Avis provinciale Ferrara e infettivologo.


La prevenzione. La Regione Lazio ha ordinato al comune di Anzio di procedere alla disinfestazione in un'area del suo territorio a seguito dei tre casi di febbre per infezione da virus Chikungunya. La Asl RM 6 e l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana hanno individuato nei giorni scorsi nella zona indicata la presenza di alcune zanzare, che provocano una sindrome influenzale di breve durata con dolori articolari. Già nella giornata di ieri l'Istituto Superiore di Sanità, su richiesta della Regione, ha posizionato alcune 'esche speciali' per indicare tutte le aree dove eventualmente sono presenti le larve. Conclusa l'operazione la Asl RM6, su richiesta della Regione, indicherà al sindaco competente di procedere immediatamente a una regolare disinfestazione, solo ed esclusivamente nelle zone indicate, operazione necessaria ad eliminare la presenza di questi insetti. La Regione Lazio, inoltre, ha già inviato ai medici di medicina generale una circolare informativa e invitato i cittadini, che manifestano questa sintomatologia, a recarsi in maniera precauzionale, presso uno studio medico per tutti gli accertamenti del caso.

Rischio di infezione. L'Istituto Superiore di Sanità e l'INMI Spallanzani hanno identificato tre casi Chikungunya nella zona di Anzio. La conferma arriva dallo stesso Iss. Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, il rischio complessivo di un'ulteriore diffusione è considerato basso a livello regionale e molto basso al livello nazionale ed internazionale. I pazienti hanno riferito la comparsa dei sintomi nel mese di agosto e nessuno di essi aveva viaggiato all'estero nei 15 giorni che hanno preceduto a l'insorgenza dei sintomi. Al momento quindi l'ipotesi più verosimile è che i casi si siano infettati nell'area di domicilio. Sono state perciò immediatamente attuate tutte le misure di controllo e di prevenzione, con il Servizio Regionale per l'Epidemiologia, Sorveglianza e controllo delle Malattie Infettive della Regione Lazio e il supporto del Ministero della Salute, previste nell'ambito del «Piano Nazionale di sorveglianza e risposta alle arbovirosi trasmesse da zanzare (Aedes sp.)».


 

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